"-E' come nelle grandi storie, padron Frodo, in quelle che contano davvero. Erano piene di oscurità e pericolo, e a volte non volevi nemmeno sapere come andavano a finire, perchè come poteva esserci un finale allegro? Come poteva il mondo tornare come prima dopo che erano successe tante cose brutte? Ma alla fine, era solo una cosa passeggera, quest'ombra. Anche l'oscurità deve finire. Arriverà un nuovo giorno, e quando il sole sorgerà, sarà ancora più luminoso. Quelle erano le storie che ti restavano dentro, che ti insegnavano qualcosa, anche se eri troppo piccolo per capire perchè. Ma credo, padron Frodo, di capire. Ora, so. I protagonisti di quelle storie avevano molte occasioni per tornare indietro, ma non l'hanno fatto. Sono andati avanti, perchè erano aggrappati a qualcosa. - Noi a cosa siamo aggrappati, Sam? - C'è ancora del buono a questo mondo, padron Frodo. Ed è giusto combattere per questo."
J.R.R. Tolkien, Il signore degli anelli.

12 ottobre 2012

La 'par condicio' si abbatte sul consiglio comunale di Catania

di Antonio G. Pesce - Concorrenza. E proprio non mi va. Io dico: mizzica, ti metti, Manfredi Zammataro (La Destra) a fare il cronista su Twitter, togliendo il posto di lavoro alla povera gente? Ecco che rischio la disoccupazione, se si continua di questo passo. Questa volta lo ‘sdillirio’ destrorso non è dovuto al ritardo dei suoi colleghi, ma alla mancata diretta streaming sul sito del Comune. Dico: non è che uno c’ha perso tanto, dal momento che l’assise è stata sciolta per mancanza del numero legale. Però, metti che un cittadino vuole passare una serata tranquilla - la birrazza accanto, i mutandoni da sbarco e la canottiera a costine (abbigliamento più che adatto ai trenta e passa gradi che continuano a martoriarci) – e si mette al pc per vedere che cosa fanno i nostri intrepidi eroi. Che si ritrova? Un quadretto nero con dentro un cerchio che gira… gira…. gira… e poi finisce che al cittadino gli ‘girano’ i nervi che manda tutti a quel paese, dove comunque, da qualche trentennio a questa parte, pare abbia trasferito la propria residenza l’intera classe politica italiana. Perché il consiglio comunale è stato oscurato? Sembrerebbe per motivi di ‘par condicio’: Valeria Sudano (Pid), Giacomo Bellavia (Pdl) e lo stesso presidente del consiglio, Marco Consoli (PdS), sono candidati alle prossime elezioni regionali. Dunque… beh, potrebbero usare il mezzo streaming per mettersi in vista, e dunque…. Scempiaggini! Corbellerie! Minchiate, insomma. Minchiate come possono capitare solo in Italia. Non c’è da dubitare della spiegazione di Consoli: le cose sono andate così. Proprio per questo sono assurde. La difesa della democrazia (a questo dicono serva la par condicio) non può ledere la democrazia. Il rispetto dell’informazione non può oscurare l’informazione stessa. Consoli, Bellavia e Sudano, fino a prova contraria, quel posto da consigliere non lo hanno avuto in eredità, ma da quel popolo che ha diritto a vederli in aula e che, se vorrà, potrà mandarli a Palermo. Proprio questa logica è indice del degrado politico che viviamo: la presunzione che si faccia un favore a piazzare una telecamera in un’assise pubblica. No, è un diritto del cittadino e un dovere dei rappresentanti. Che lì ci sono non per rappresentare se stessi ma un elettorato. Un elettorato che ha diritto di vederli in aula. Magari, poi, dividendo la pula della retorica elettorale dal grano della politica.

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