"-E' come nelle grandi storie, padron Frodo, in quelle che contano davvero. Erano piene di oscurità e pericolo, e a volte non volevi nemmeno sapere come andavano a finire, perchè come poteva esserci un finale allegro? Come poteva il mondo tornare come prima dopo che erano successe tante cose brutte? Ma alla fine, era solo una cosa passeggera, quest'ombra. Anche l'oscurità deve finire. Arriverà un nuovo giorno, e quando il sole sorgerà, sarà ancora più luminoso. Quelle erano le storie che ti restavano dentro, che ti insegnavano qualcosa, anche se eri troppo piccolo per capire perchè. Ma credo, padron Frodo, di capire. Ora, so. I protagonisti di quelle storie avevano molte occasioni per tornare indietro, ma non l'hanno fatto. Sono andati avanti, perchè erano aggrappati a qualcosa. - Noi a cosa siamo aggrappati, Sam? - C'è ancora del buono a questo mondo, padron Frodo. Ed è giusto combattere per questo."
J.R.R. Tolkien, Il signore degli anelli.

29 settembre 2010

ON AIR: IN VIDEO L'ENNESIMA BATTAGLIA FINI-BERLUSCONI


di Antonio G. Pesce- Per alcuni, la sera prima del discorso si sono viste scintille a casa Fini. Sarebbero stati presenti, oltre i due coniugi e il giovane Tulliani, anche gli avvocati di questi che più volte avrebbero intimato al presidente della Camera di non permettersi di attribuire al loro assistito la proprietà dell’appartamento a Montecarlo. A questo punto, e dopo ripetute smentite anche da parte dell’interessato, che si sarebbe detto però all’oscuro di chi sia il vero proprietario, Fini avrebbe deciso di esternare i propri dubbi, e di iniziare una lenta ma precisa distinzione dei due ruoli.

Incertezza, e anche un pizzico di smarrimento davanti alla dichiarazione dell’ avv. Renato Ellero, già senatore della Lega Nord, secondo il quale sarebbe un suo cliente il vero proprietario di tutto lo stabile coinvolto nell’ ‘affaire’, avrebbero ritardo la diffusione del videomessaggio, previsto inizialmente per metà mattinata di sabato, e slittato poi nel tardo pomeriggio.

Chi, però, si aspettava un Fini dimesso, ha dovuto ricredersi. Ad una attenta lettura, più che apologetiche le parole del presidente della Camera sono apocalittiche. E il Cavaliere, che stupido non è, le ha capite perfettamente. Tant’è che i ben informati lo dipingono ancora furente.

‹‹Chi è il vero proprietario della casa di Montecarlo? – si chiede in un passaggio del discorso la terza carica dello Stato – È Giancarlo Tulliani, come tanti pensano? Non lo so. Gliel’ho chiesto con insistenza: egli ha sempre negato con forza, pubblicamente e in privato. Restano i dubbi? Certamente, anche a me››.

È il discorso del contrattacco. Il discorso che dovrebbe mettere in risalto la profonda differenza tra lui e l’ormai acerrimo nemico che abita a Palazzo Chigi. Tante le armi che Fini sfodera. Intanto, l’arma della storia – della storia e della carriera personali: ‹‹In 27 anni di Parlamento e 20 alla guida del mio partito non sono mai stato sfiorato da sospetti di illeciti e non ho mai ricevuto nemmeno un semplice avviso di garanzia. Credo di essere tra i pochi, se non l’unico, visto le tante bufere giudiziarie che hanno investito la politica in questi anni››. E inoltre: ‹‹E sia ben chiaro, personalmente non ho né denaro, né barche né ville intestate a società off shore, a differenza di altri che hanno usato, e usano, queste società per meglio tutelare i loro patrimoni familiari o aziendali e per pagare meno tasse››. Sono riferimenti fin troppo espliciti, perché sia necessario anche solo commentarli.

Poi, quella del contegno istituzione. Innanzi tutto, Fini si dichiara pronto a dimettersi, qualora si scoprisse che il cognato è il proprietario dell’appartamento, ma non per responsabilità dirette, ma perché glielo imporrebbe la sua etica pubblica. Inoltre, fa salvi i servizi segreti : ‹‹Di certo, in questa brutta storia di pagine oscure ce ne sono tante, troppe. […] Non penso ai nostri servizi di intelligence, la cui lealtà istituzionale è fuori discussione, al pari della stima che nutro nei confronti del Sottosegretario Letta e del Prefetto De Gennaro››. Infine, tende la mano – quella sinistra, perché quella destra è già armata e pronta a dar fuoco alle polveri in caso di campagna elettorale: ‹‹Chi ha irresponsabilmente alimentato questo gioco al massacro si fermi, fermiamoci tutti prima che sia troppo tardi. Fermiamoci pensando al futuro del paese. Riprendiamo il confronto: duro, come è giusto che sia, ma civile e corretto. Gli italiani si attendono che la legislatura continui per affrontare i problemi e rendere migliore la loro vita. Mi auguro che tutti, a partire dal presidente del Consiglio, siano dello stesso avviso. Se così non sarà, gli italiani sapranno giudicare››.

LE REAZIONI

Dal sarcasmo all’invettiva vera e propria: questi i toni delle reazioni venute dal centrodestra. E la montagna che partorisce il topolino, secondo La Russa, mentre va giù duro Storace: ‹‹Abbiamo scoperto a tarda sera che alla Presidenza della Camera c’è un ingenuo, una specie di pollo soggiogato dal cognatino dritto››. Per Bossi, invece, il messaggio dovrebbe avere un’altra lettura: ‹‹Se Fini chiede che si smetta il gioco al massacro vuol dire che si dimette››. Gli unici pompieri nella maggioranza sono Gaetano Quagliarello e Carlo Giovanardi, che dichiara: ‹‹Mi è sembrato un discorso onesto, da stasera guardiamo tutti avanti››.

A credere alla sincerità di Fini anche Bersani, che però sottolinea come Berlusconi non abbia più una maggioranza: ‹‹La crisi – aggiunge il leader del Pd – e’ evidente. In queste condizioni la destra non garantisce un governo al Paese. E di fronte ai gravi problemi che bisogna affrontare, non si può più attendere che finisca il gioco del cerino. In ogni caso, va sottolineato che il presidente della Camera ha mostrato sincerità, annunciando le proprie dimissioni nel caso in cui fossero dimostrate le accuse relative alla casa di Montecarlo su cui c’e’ ancora molto da chiarire››.

Walter Veltroni, come Bersani, crede nella sincerità del presidente della Camera, e come Antonio Di Pietro chiede si aspetta una conclusione coerente alla situazione: ‹‹Il video – dice Veltroni ospite di Lucia Annunziata – ha rappresentato la fine di una storia politica, quella del centrodestra. Dopo questo non e’ immaginabile che persone talmente contrapposte e in conflitto su tutto, come Fini e Berlusconi, possano venire mercoledì in aula a dire ‘va tutto bene, andiamo avanti’››.


Pubblicato il 27 settembre 2010 su www.cataniapolitica.it

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