"-E' come nelle grandi storie, padron Frodo, in quelle che contano davvero. Erano piene di oscurità e pericolo, e a volte non volevi nemmeno sapere come andavano a finire, perchè come poteva esserci un finale allegro? Come poteva il mondo tornare come prima dopo che erano successe tante cose brutte? Ma alla fine, era solo una cosa passeggera, quest'ombra. Anche l'oscurità deve finire. Arriverà un nuovo giorno, e quando il sole sorgerà, sarà ancora più luminoso. Quelle erano le storie che ti restavano dentro, che ti insegnavano qualcosa, anche se eri troppo piccolo per capire perchè. Ma credo, padron Frodo, di capire. Ora, so. I protagonisti di quelle storie avevano molte occasioni per tornare indietro, ma non l'hanno fatto. Sono andati avanti, perchè erano aggrappati a qualcosa. - Noi a cosa siamo aggrappati, Sam? - C'è ancora del buono a questo mondo, padron Frodo. Ed è giusto combattere per questo."
J.R.R. Tolkien, Il signore degli anelli.

27 settembre 2010

MAMMA... LI PADANI!



di Antonio G. Pesce - Prima erano dei ladri. Ora dei porci. Sarà perché la Lega non fa mistero di volere le elezioni, alle quali spera di presentarsi con le fila serrate, ma a Lazzate, ieri sera, Bossi la sparata grossa. E non per problemi legati allo stato federale. Anzi, proprio il troppo federalismo gli ha dato sui nervi. Nonostante fosse sobrio (almeno apparentemente), il Senatur se l’è presa con i romani (che poi, quelli veramente interessati, sono suoi alleati – Alemanno e Polverini in testa) perché vorrebbero il gran premio di F1 nella città eterna. Federalismo fin che si vuole, ma con le cose serie non si scherza.

‹‹I romani se lo possono dimenticare – a tuonato Bossi, con al fianco il fido figliuolo Renzo - Monza non si tocca e a Roma possono correre con le bighe››. Che sarebbe comunque meno inquinante, più folcloristico e certamente più originale. Ma non si è fermato a questo: ‹‹Basta con Senatus Populusque Romanus, “il Senato e il popolo romano”, io dico ‘sono porci questi romani’››, ha aggiunto tra le risate generali.

Bossi non è nuovo a sparate di questo tipo, e da ministro ha invocato secessioni, rivolte, truppe padane, camice verdi, ecc. Ma si sa: possiamo scherzare (o meno) su tutto – Costituzione compresa – ma non sul campanile. Pardon: sul campetto o sull’autodromo.

Le polemiche dunque non si sono fatte attendere. ‹‹La Lega ha una storia, una dimensione e delle responsabilità di fronte alle quali continuare ad atteggiarsi ad Asterix mi sembra riduttivo›› ha affermato Gaetano Quagliarello, il vicepresidente vicario dei senatori Pdl, mentre il presidente della provincia di Roma, Nicola Zingaretti, ha invitato Bossi a fare il ministro non il comico, e ha chiesto polemicamente cosa ne pensino Alemanno e la Polverini. Della seconda non se ne sa ancora nulla, mentre il primo ha detto che scriverà a Berlusconi per protestare: ‹‹Questa volta Bossi ha superato il segno››. Solo questa volta?

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