"-E' come nelle grandi storie, padron Frodo, in quelle che contano davvero. Erano piene di oscurità e pericolo, e a volte non volevi nemmeno sapere come andavano a finire, perchè come poteva esserci un finale allegro? Come poteva il mondo tornare come prima dopo che erano successe tante cose brutte? Ma alla fine, era solo una cosa passeggera, quest'ombra. Anche l'oscurità deve finire. Arriverà un nuovo giorno, e quando il sole sorgerà, sarà ancora più luminoso. Quelle erano le storie che ti restavano dentro, che ti insegnavano qualcosa, anche se eri troppo piccolo per capire perchè. Ma credo, padron Frodo, di capire. Ora, so. I protagonisti di quelle storie avevano molte occasioni per tornare indietro, ma non l'hanno fatto. Sono andati avanti, perchè erano aggrappati a qualcosa. - Noi a cosa siamo aggrappati, Sam? - C'è ancora del buono a questo mondo, padron Frodo. Ed è giusto combattere per questo."
J.R.R. Tolkien, Il signore degli anelli.

23 settembre 2010

FINI, LA LAICITA' DELLA DOPPIA MORALE


di Antonio G. Pesce- A D’Alema veniva chiesto di dire ‹‹qualcosa di sinistra››. Almeno una. Per far contenti tutti, ha smesso di parlare. Ora scrive. Mica sull’Unità: sul Corriere, imbucando lettere. Tanto per dire cose, a piacere collocabili sul grande scacchiere geopolitico, abbiamo ormai Fini. Al cui pensiero sono dedicati tanti libri. I ‹‹finiani›› di primo e secondo letto gongolano. Sarà che è troppo avanti perché lo si possa capire. Sarà che, dalla pedagogia, è passato allo studio della scienza politica, per non dire addirittura alla filosofia. Ma se questa è la destra ‹‹europea›› tanto amata a sinistra, ci si capisce davvero poco.

Garantisce Fabio Granata, il simpatico interprete del pensiero forte finiano: è una destra laica, europea, legalitaria, addirittura ‹‹repubblicana››. Tralascerei quest’ultimo aggettivo, che dopo sessanta e più anni di repubblica aggiungerlo è solo pleonastico. Parole, forse, che vanno più veloci delle idee. E anche sulla natura “europea”di questa destra ci sarebbe da ridire e non poco. La vocazione europeista della destra nasce negli anni ’70, quando si andava in piazza a gridare contro gli Usa e l’Urss. Quindi?

Quindi c’è che non lo sanno manco loro. E che il percorso che ha condotto a Mirabello è assai meno lineare di quanto si voglia far credere. Non solo ideologicamente – che è altro discorso, e meriterebbe ben altro approfondimento. Ma soprattutto politicamente. C’era da liberarsi dalla stretta di Berlusconi? Comprensibile. Perfino giusto. Ma la legalità è altra. È quella di un giovane segretario dell’Msi dei primi anni ’90, che per i mafiosi stragisti voleva l’applicazione della legge marziale. Allora i valori erano ‹‹Legge e ordine››, e per la legge e l’ordine si andava in piazza contro la corruttela democristiana, socialista, comunista. E si restava fuori dal palazzo, nelle ‹‹fogne›› in cui si veniva invitati a morire. Magari arsi vivi come a Prima Valle.

Non è questa la destra. La destra che tutto firma – noiosamente, sbadatamente, amichevolmente, per poi pronunciare un ‹‹non ci sto›› tanto deriso in altre bocche. Non è questa la destra, che laicamente smette d’adorare il dio di Arcore, e sbarca in Sicilia per innalzare nuovi vitelli d’oro.

Qui da noi, nel’Isola, i finiani hanno stretto accordi con chi si è sentito offeso per lo sdegno – illegittimo? – di chi a Mangano preferisce Borsellino. Qui, da noi, nascerà un governo con persone che hanno lasciato il segno nella storia di questa terra. Ed è un segno per nulla positivo. Qui, da noi, nell’Isola di Briguglio e Urso. E di Granata, assessore regionale ai beni culturali con Totò Cuffaro presidente.


Pubblicato il 17 settembre 2010 su www.cataniapolitica.it

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