"-E' come nelle grandi storie, padron Frodo, in quelle che contano davvero. Erano piene di oscurità e pericolo, e a volte non volevi nemmeno sapere come andavano a finire, perchè come poteva esserci un finale allegro? Come poteva il mondo tornare come prima dopo che erano successe tante cose brutte? Ma alla fine, era solo una cosa passeggera, quest'ombra. Anche l'oscurità deve finire. Arriverà un nuovo giorno, e quando il sole sorgerà, sarà ancora più luminoso. Quelle erano le storie che ti restavano dentro, che ti insegnavano qualcosa, anche se eri troppo piccolo per capire perchè. Ma credo, padron Frodo, di capire. Ora, so. I protagonisti di quelle storie avevano molte occasioni per tornare indietro, ma non l'hanno fatto. Sono andati avanti, perchè erano aggrappati a qualcosa. - Noi a cosa siamo aggrappati, Sam? - C'è ancora del buono a questo mondo, padron Frodo. Ed è giusto combattere per questo."
J.R.R. Tolkien, Il signore degli anelli.

2 novembre 2010

Motta S. Anastasia: esposto contro la Simeto Ambiente


di Antonio G. Pesce- È ufficiale: mezza provincia ha un grosso problema con la gestione della raccolta e la smaltimento dei rifiuti. E mentre a Misterbianco più di cinquemila cittadini hanno firmato per chiedere la chiusura della discarica di contrada Tiritì – utilizzata, negli anni scorsi, anche per l’immondizia napoletana – nella vicina Motta S. Anastasia il comitato civico “Rialzati Motta”, in collaborazione con la Confcommercio di Misterbianco, ha presentato alla cittadinanza, nei locali di via Roma, l’esposto col quale si chiede alla procura della Repubblica di accertare la legalità di alcuni atti della Simeto Ambiente spa, la società nata nel 2002 dalla partecipazione di 18 comuni e della provincia regionale di Catania per la gestione dell’igiene ambientale.

Due ore. Impiegano due ore Salvatore Chiarenza, Valentina Gulisano, l’avvocato Maria Lucia Naselli e Giuseppe Bongiorno, membri di “Rialzati Motta”, per spiegare la complessa questione, e soprattutto per far capire ciò che, dell’annosa faccenda delle cartelle pazze, è la più incredibile: l’usurpazione del diritto pubblico. Una sequela impressionante di irregolarità che, se venissero confermate dall’autorità giudiziaria, porrebbero anche seri interrogativi sul senso dell’esperienza politica che oggi viviamo, forse più attenta alle “notti bianche” e ai tanti giochi del circo che si inventa, che non alla gestione (alla mera gestione) dello spazio pubblico.

Cerchiamo, però, di mettere ordine. Fino al 2003 i cittadini pagavano la Tarsu, cioè una tassa pubblica – attenzione a questo passo, che non è di poco conto – stabilita dai comuni. Con l’entrata in scena delle “società per azioni”, la tassa finisce per essere pagata tutta “direttamente” al gestore del servizio: è la Tia (tassa per l’igiene ambientale). La Tia è stabilita dalla società d’ambito (in questo caso la Simeto Ambiente), ma deve riceve l’approvazione dei suoi soci, cioè i comuni che fanno parte del consorzio, anche perché, secondo il decreto Ronchi del 1997, solo l’ente locale può determinare l’ammontare di un balzello. Alcuni dei comuni “soci” (tra i quali quello di Motta S. Anastasia) non approvano la Tia per gli anni che vanno dal 2004 al 2009.

È da qui che inizia l’odissea per migliaia di cittadini. Perché la Simeto Ambiente nel 2008 richiede il pagamento della Tia, che in sé, se non approvata, è illegittima. Ne richiede direttamente il pagamento, ma l’agenzia incaricata dell’incasso è una certa “T&T Spa” di Milano. I cittadini ricorrono alla Ctp (commissione tributaria provinciale) per gli atti di contestazione 2004-06, per le fatture Tia del 2009, e per le cartelle di pagamento relative al 2008. La commissione tributaria non può far altro che rimarcare la normativa vigente: la Tia è illegittima senza l’approvazione dell’Ente locale.

Si poteva complicare di più una storia, già di per se stessa, assurda? Sì. E infatti con un bando di gara del 2008, espletato nel 2009, la Simeto Ambiente incarica una seconda società, la “Engineering Tributi spa”, di richiedere il pagamento Tia per gli anni 2004 e 2005 per alcuni comuni (ne sono esclusi Motta S. Anastasia e Misterbianco) entro il 31/12/2009. La Engineering inizia la sua richiesta di riscossione nel luglio del 2010 e anche per i comuni non previsti nel bando. Risultato? ‹‹Abbiamo casi di cittadini – anziani, persone sole, o semplicemente cittadini che non sapevano come comportarsi – che hanno pagato sia le cartelle della T&T che quelle della Engineering››, dice l’avv. Bongiorno.

Ma la storia non finisce qui. Perché contemporaneamente, per conto della Simeto Ambiente, la Serit a partire dal marzo di quest’anno spedisce la fattura Tia 2009 (anch’essa illegittima per i comuni che non l’hanno approvata) e in luglio la Tia del 2010 (questa, a Motta, è legittima perché è stata approvata dal consiglio comunale). Quindi, nell’arco di un solo anno, c’è chi si è visto recapitato a casa (ad andargli bene) circa tre richieste di pagamento. Non solo: alcune di queste riportavano il metraggio dell’appartamento o il numero dei componenti il nucleo famigliare errato, nonostante negli anni precedenti ne fosse stata richiesta la correzione.

A questo punto immaginiamo che il lettore sia quanto meno in tilt, come del resto tutto il sistema di cui stiamo parlando. E come il povero estensore di questo pezzo, che ha dormito male parecchie notti cercando – egli pure – di districarsi nel guazzabuglio di cui, nei mesi scorsi, ha notato l’effetto sul sistema nervoso paterno.

Tuttavia, non siamo alla fine. A “Rialzati Motta” non si sono fermati. E hanno riscontrato altre anomalie. Innanzi tutto nelle ingiunzioni di pagamento, che non vanno intimate tramite posta ordinaria, e neppure con raccomandata, ma tramite ufficiale giudiziario. Come del resto sancito da una pronunzia della Ctp di Ragusa. E inoltre nelle stesse operazioni di investitura delle sue società atte alla riscossione: la T&T Spa di Milano e la Engeneering Tributi Spa. Della prima, infatti, si disconoscerebbe, secondo Rialzati Motta, ‹‹l’aggiudicazione di un eventuale bando di gara promosso dalla Società Simeto Ambiente S.p.a.››. Mentre della seconda ‹‹non risulta alcuna aggiudicazione definitiva, sebbene l’art. 6 del disciplinare di gara stabilisca che il contratto viene stipulato entro giorni quindici dall’aggiudicazione definitiva, e se l’aggiudicataria non si presenta in sede di stipula, la stazione appaltante può procedere ad una nuova gara ovvero all’aggiudicazione in favore del secondo classificato in graduatoria››.

‹‹Questi fatti ci preoccupano – dice Giuseppe Bongiorno – perché a Motta abbiamo avuto la brutta esperienza della “Tributi Italia san Giorgio”, della quale non si hanno più notizie. E neppure dei soldi che riscuoteva per il comune››. E continua: ‹‹Ovviamente, le firme – in ventiquattrore più di 250 (NdR) – le raccogliamo per l’esposto alla procura della Repubblica, ma le gireremo al comune di Motta. Sindaco, assessori, consiglieri, difensore civico e revisori contabili sono stati invitati al nostro incontro con una lettera ufficiale già lunedì mattino. Evidentemente ritengono opportuno non essere presenti. Bene, è loro diritto non rispondere a noi di Rialzati Motta, ma hanno il dovere di informare i cittadini››. E al sindaco Giuffrida manda un suggerimento: ‹‹Gli manca un quarto assessore in giunta. Lo nomini, e lo mandi alla Simeto Ambiente Spa da mattino a sera per farsi dare le spiegazione che ci devono in quanto soci››.

Per onor di cronaca, oltre a diversi concittadini, erano presenti i consiglieri comunali Paolo Messina e Mario Virgillito, nonché Tommasa Zappalà, segretario della locale sezione del Pd, in maggioranza nell’assise comunale, ma non per questo contenta di come la faccenda sia stata gestita. Maggioranza od opposizione, destra o sinistra, politici o apolitici, garantiamo che il 2010 è stato un anno terribile a Motta S. Anastasia. La crisi finanziaria non c’entra. Quella politica sì, forse perché la situazione è scappata di mano a molti.


Pubblicato il 18 ottobre 2010 su www.cataniapolitica.it

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