"-E' come nelle grandi storie, padron Frodo, in quelle che contano davvero. Erano piene di oscurità e pericolo, e a volte non volevi nemmeno sapere come andavano a finire, perchè come poteva esserci un finale allegro? Come poteva il mondo tornare come prima dopo che erano successe tante cose brutte? Ma alla fine, era solo una cosa passeggera, quest'ombra. Anche l'oscurità deve finire. Arriverà un nuovo giorno, e quando il sole sorgerà, sarà ancora più luminoso. Quelle erano le storie che ti restavano dentro, che ti insegnavano qualcosa, anche se eri troppo piccolo per capire perchè. Ma credo, padron Frodo, di capire. Ora, so. I protagonisti di quelle storie avevano molte occasioni per tornare indietro, ma non l'hanno fatto. Sono andati avanti, perchè erano aggrappati a qualcosa. - Noi a cosa siamo aggrappati, Sam? - C'è ancora del buono a questo mondo, padron Frodo. Ed è giusto combattere per questo."
J.R.R. Tolkien, Il signore degli anelli.

14 luglio 2011

Elogio dei Lidi Plaia

Elogio della Playa 

di Antonio G. Pesce – Sono sicuro che anche questa volta l’amico Lele mi dirà: “L’hai fatta fuori dal vasino”. Come quando perorai una difesa d’ufficio del presidente del Consiglio, contro il moralismo allora (e ancora) imperante.
Lele vive in Sicilia. Ha visto in opera Stancanelli, la sinistra salottiera nostrana, l’autonomismo posticcio dell’Mpa e il liberalismo feudalista del centrodestra. E gli hanno rubato l’auto sotto casa, prima gliel’avevano tamponata, e più d’una volta è rimasto terrorizzato dal traffico. Insomma, Lele ha più d’un paio di buoni motivi per dirmi anche questa volta: “L’hai fatta fuori dal vasino”.
Immaginate, però, di non conoscere tutto questo. O che ne abbiate sentito parlare solo dalla bocca di un ometto verde, che mentre fa la morale all’inciviltà terrona si piazza il figlio disoccupato (e non proprio promettente) in Consiglio regionale. Immaginate, inoltre, di dover lasciare la vostra città, resa bollente da un’afa che toglie il fiato, e che il massimo che vi offre è il condizionatore e le zanzare dei laghi.
Che fate? Se seguite i telegiornali più modaioli del teleschermo, quali Tg4 e StudioAperto, allora vi recherete a Forte dei Marmi (prova fatta, ma non per amore di moda). Qui, il deretano di milioni di esseri umani dall’inizio del secolo scorso si è arrossato sotto il sole, ma soprattutto la vita si è incardinata nel conformismo di riti che solo la luna offre. Oggi è meta del turismo lombardo ed estero, soprattutto proveniente dall’est e dalla Germania. Gente, insomma, che si può permettere di giungervi con tanto di macchinone al seguito, e di pagare circa 55 euro per due sdraio e un ombrellone. Se vuoi spendere meno, ti aspetta una spiaggia attrezzata dal comune a 14 euro, o quella libera, i cui unici servizi sono offerti dai Vocumprà. Docce – se ci sono – sono abbastanza distanti.
E per goderti cosa, in definitiva? La Toscana è ben altro: è la sua campagna, è la sua arte che, in quest’ultimo caso, è arte di tutto il mondo. Ma non è il suo mare, non è la Versilia, questo immenso fondale sabbioso che solo alcuni si possono comprare. Agli altri restano le sudate sotto il sole cocente di luglio, aspettando radi autobus guidati da poco loquaci autisti (caso insolito di toscani), e ristoratori che neppure sanno di avere una stazione ferroviaria ad una cinquina di chilometri.
Metti che Lele si trovasse una domenica di luglio, ore 15 del pomeriggio, ad aspettare un bus di cui nessuno sa niente, e che dovrebbe portarlo ad un treno a cui tutti pare preferiscano le cilindrate dei Suv teutonici; davvero Lele direbbe che l’ho fatta fuori dal vasino, se intesso le lodi di Catania e dei suoi lidi Playa? Miraggio della disperazione, che fa apparire simpatico ed efficiente pure Stancanelli.
Catania è democratica. In coda al viale Kennedy si dannano tutti. Tu ci vai in autobus? E rimani imbottigliato! Ci vai con la vecchia Fiat 127 del nonno? E rimani imbottigliato. E se ci vai col macchinone? Pure! Inoltre, con 55 euro ti ci passi il fine settimana, portandoti dietro i marmocchi, la nonna con i reumatismi e la cugina che viene col puzzo sotto il naso dal tanto decantato nord. E ci stai da lusso.
Gli autobus – è vero – sono merce rara, e fai prima a vedere la carrozza del Senato uscire dal Comune che uno sbucare in via Vittorio Emanuele. Ma quando passa, la ‘corriera’ trabocca di gente ansimante, che semmai ti sommerge di informazioni, più che lasciarti a bocca asciutta. E i treni? Pochissimi. Però dove sia la stazione lo sanno tutti, e dalla stazione si può raggiungere la bellissima riva acese. E, se per caso, si decide di restare alla Playa, il gestore dell’impianto fa di tutto per accontentarti (soprattutto se sei forestiero: qui da noi si pecca, semmai, di troppa xenofilia).
Se quella domenica Lele fosse stato con me, avrebbe sentito chi mi diceva: “La Sicilia è stupenda. E voi siciliani molto gentili e accoglienti”. E allora non mi direbbe che la faccio fuori dal vasino, anche quando continuassi questo pezzo, chiedendo di impiccare chi fa di tutto per deturpare questa terra divina. E per farci agognare un’America, che potremmo invece avere a portata di una Fiat 127 e d’un paio di euro.

Pubblicato il 13 luglio 2011 su Catania Politica

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