"-E' come nelle grandi storie, padron Frodo, in quelle che contano davvero. Erano piene di oscurità e pericolo, e a volte non volevi nemmeno sapere come andavano a finire, perchè come poteva esserci un finale allegro? Come poteva il mondo tornare come prima dopo che erano successe tante cose brutte? Ma alla fine, era solo una cosa passeggera, quest'ombra. Anche l'oscurità deve finire. Arriverà un nuovo giorno, e quando il sole sorgerà, sarà ancora più luminoso. Quelle erano le storie che ti restavano dentro, che ti insegnavano qualcosa, anche se eri troppo piccolo per capire perchè. Ma credo, padron Frodo, di capire. Ora, so. I protagonisti di quelle storie avevano molte occasioni per tornare indietro, ma non l'hanno fatto. Sono andati avanti, perchè erano aggrappati a qualcosa. - Noi a cosa siamo aggrappati, Sam? - C'è ancora del buono a questo mondo, padron Frodo. Ed è giusto combattere per questo."
J.R.R. Tolkien, Il signore degli anelli.

8 settembre 2011

Tassa di soggiorno, il meno ingiusto dei balzelli

Tassa di soggiorno, il meno ingiusto dei balzelli 
di Antonio G. Pesce - Questa sera, numero legale permettendo, la maggioranza pare intenzionata ad approvare la delibera sulla tasse di soggiorno. Tra le novità legislative introdotte dal governo Berlusconi, che non avrebbe dovuto “mettere le mani nelle tasche degli italiani”, questa pare essere la più gettonata dalle amministrazioni locali, solitamente così restie a recepire tutto ciò che non è obbligatorio.
Tuttavia, a far del moralismo ci vuol poco. Diciamoci la verità: gli enti locali non hanno più un euro, e forse non ne ha più neppure lo Stato. Dove siano andati a finire i nostri soldi, e se siano stati spesi bene, è discorso da farsi in altra sede. Qui c’è un problema da affrontare: dove pigliare il danaro per non far crollare il patrimonio artistico del mondo? Come favorire lo sviluppo turistico del nostro Paese?
La tassa di soggiorno ha due limiti ben chiari normativamente: non può essere superiore ai cinque euro, e gli introiti che ne derivano non possono essere spesi diversamente dall’ambito turistico. In poche parole, tra i balzelli italici, questa sarebbe il meno ingiusto. Anche perché peserebbe su chi ha deciso di divertirsi, e in teoria non dovrebbe guardare agli spiccioli. D’accordo: divertirsi non è reato. Ma per gli italiani ormai è un lusso: che lo paghi, almeno, chi se lo può permettere (russi, tedeschi e francesi). Sperando, ovviamente, che non finisca come i danari provenienti delle multe, che ‘normativamente’ andrebbero impiegate per costruire parcheggi, e invece ormai sono una forma di introito per i comuni. O come i fondi Fas, da impiegare per lo sviluppo, e invece a volte finiscono a risanare le casse di amministrazioni poco accorto (a dir poco).
Insomma, con patti chiari, la tassa è legittima. Come tutte le necessità. Si fa presto, infatti, a parlare di ‘primavera’ catanese, senza tenere conto degli attuali bilanci degli enti pubblici. Poi, magari, c’è che chi ha poco, e non ha neppure le idee giuste per saperlo gestire (e questo è anche vero). Ma cosa dovrebbero prevedere questi patti chiari? Si sa che, a regime, la tassa non dovrebbe superare 2,50 euro a notte. Quello che non si sa, però, è l’impiego. Sì, verranno usati per rilanciare il turismo. Ma come esattamente? Senza una risposta chiara a questo quesito – senza un vero progetto, difficilmente l’opposizione potrebbe votarla. E a ragione.
Tuttavia, dall’alto di quel poco di esperienza acquisita nell’assistere alle sedute consiliari, è meglio prevenire un’obiezione, e invitare l’opposizione a non formularla: la tassa – si dice – inciderebbe sul prezzo degli alberghi, penalizzando il flusso turistico. Difficilmente chi ha deciso di spendere l’equivalente di quanto ormai hanno in tasca le famiglie catanesi per mangiare una settimana, si farà scrupolo degli spiccioli in più che gli si chiede. E comunque, se tanto si teme la tirchieria altrui, potrebbero farsi carico della tassa gli albergatori nostrani, magari attuando degli sconti ad hoc sul prezzo del soggiorno.
La situazione non è facile. E non si può pretendere che paghino sempre gli stessi la pulizia, la ristrutturazione, i servivi e l’animazione di una città su cui sono altri a guadagnarci. Poco? Figuriamoci che debba dire chi campa un mese con l’equivalente di quanto spende un turista russo in una settimana.

Pubblicato il 2 agosto 2011 su Catania Politica

Nessun commento: