"-E' come nelle grandi storie, padron Frodo, in quelle che contano davvero. Erano piene di oscurità e pericolo, e a volte non volevi nemmeno sapere come andavano a finire, perchè come poteva esserci un finale allegro? Come poteva il mondo tornare come prima dopo che erano successe tante cose brutte? Ma alla fine, era solo una cosa passeggera, quest'ombra. Anche l'oscurità deve finire. Arriverà un nuovo giorno, e quando il sole sorgerà, sarà ancora più luminoso. Quelle erano le storie che ti restavano dentro, che ti insegnavano qualcosa, anche se eri troppo piccolo per capire perchè. Ma credo, padron Frodo, di capire. Ora, so. I protagonisti di quelle storie avevano molte occasioni per tornare indietro, ma non l'hanno fatto. Sono andati avanti, perchè erano aggrappati a qualcosa. - Noi a cosa siamo aggrappati, Sam? - C'è ancora del buono a questo mondo, padron Frodo. Ed è giusto combattere per questo."
J.R.R. Tolkien, Il signore degli anelli.

6 settembre 2011

Sì, io spero



A vincere siamo tutti bravi. Che ci vuole? Fingere di non essere mai scesi in campo, quando la sconfitta sarà chiara; o fingere di aver già perso in partenza, per rendere più gustosa la vittoria. Ma che vita è quella che fa della finzione il proprio carattere? Che senso può avere farsi paralizzare dalla paura della disillusione?
Vivere è lotta, e non c’è atto più alto spiritualmente che sperare – non nascondersi la difficoltà del cammino, non celare la brama della metà. Sì, io spero. Io spero perché vivo. E quando sarò caduto, sarà merito della speranza se mi saprò rialzare. E quando mi metterò a correre, sarà ancora per la speranza di arrivare che non sentirò il groppo del cuore alla gola. Sì, io spero. E questa speranza fortifica quell’animo, che non può facilmente galvanizzare una l’illusione, o fiaccare la delusione.

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