
di Antonio G. Pesce - Eravamo sicuri che ci sarebbe stata battaglia. Ci siamo parati lì, davanti al Palazzo degli Elefanti, perché certi di sentire il ruggito dei leoni, e di quella (presunta) città che sta andando in panne a causa del vigile (meno) urbano più famoso di Catania. Pensavamo che la civiltà, insozzata da questo Unno, che dove passa lui (e i suoi piani viari), crescono a dismisura ingorghi e code, pensavamo sarebbe stata difesa dal Senato, in perfetta sintonia con quel che direbbe (a questo punto il condizionale è d’obbligo) il popolo catanese. Credevamo che il ‘ciceroniano’ Saro D’Agata, capogruppo Pd, questa volta sì avrebbe sbottato: “Quo usque tandem abutere, Stancanelli, patientia nostra?” – che tradotto in catanese significa press’ a poco: “Fino a quando continuerai a romperci le sacchette?”. E invece? E invece sembrava che in aula ci fosse la signora contessa con un leggero languorino, e Ambrogio che le faceva spuntare mezzo chilo di dolciumi sotto il naso.

Ma il Pd? Dov’era, ieri sera, il Pd? Non che siano mancati gli interventi, e anzi quello di Francesca Raciti è stato il più azzeccato: “Che fine faranno gli abbonamenti già stipulati con la Sostare, nei casi in cui gli stalli sono stati rimossi a causa del nuovo piano viario del centro?”. Osservazione acutissima – brava. Ma non è il gruppo che, sulla tassa di soggiorno, ha saputo mobilitare perfino l’opinione pubblica. No, quello di ieri sera è un Pd spento, a cui calava la palpebra (sarà l’umido di questi giorni). Un Pd che non graffia, che non propone, che non salta sugli scanni e non si sporca le mani. Un Pd che si presenta in guanti bianchi, alta uniforme, fa la propria comparsa, e poi si risiede in silenzio. Uno ad uno.

E allora delle due l’una: o il Pd, in fondo, non reputa malaccio il piano viario approntato dalla premiata ditta Stancanelli&Co – e allora che lo si dica. O ci si sta preparando alla grande battaglia sulla Nuova Dogana, e allora, forse, era meglio dare agli impazienti catanesi un saggio di opposizione dura e pura. Il momento era quello giusto.
Ai guanti bianchi del Pd si sono accodate anche tutte le altre opposizioni, lamenti da La Rosa (Fli) e Navarria (Sg), ma ci hanno abituati a ben altro sacro fuoco (e fiamme). Lasciando tranquilla una maggioranza imbarazzata che proprio non può, pena il linciaggio elettorale, difendere questo guaio chiamato nuovo piano viario. L’uniche voci quelle di Messina (Pdl) e Sudano (Pid) che ci fanno capire come il gioco delle macchinine di Stancanelli non garbi manco a loro. Ma più di tanto non possono, preferendo sfogarsi contro il solito Cannizzo martire (e assente come tutti gli altri assessori). D’altronde a difendere la linea del Piave del nuovo piano viario manco gli assessori ci riescono, preferendo un’ ignominiosa fuga dai banchi del governo, stile Caporetto, al dare risposte al Consiglio comunale (e ai cittadini). O tempora o mores.
Ps: la seduta d’Aula di ieri sera avrebbe dovuto avere inizio alle 19 ma, come potete constatare dalle foto allegate all’articolo, a quell’ora non vi era quasi nessun Consigliere presente. Forse anche loro sono rimasti imbottigliati nel traffico causato dal nuovo piano viario…
Pubblicato il 7 settembre 2011 su Catania Politica
Nessun commento:
Posta un commento