"-E' come nelle grandi storie, padron Frodo, in quelle che contano davvero. Erano piene di oscurità e pericolo, e a volte non volevi nemmeno sapere come andavano a finire, perchè come poteva esserci un finale allegro? Come poteva il mondo tornare come prima dopo che erano successe tante cose brutte? Ma alla fine, era solo una cosa passeggera, quest'ombra. Anche l'oscurità deve finire. Arriverà un nuovo giorno, e quando il sole sorgerà, sarà ancora più luminoso. Quelle erano le storie che ti restavano dentro, che ti insegnavano qualcosa, anche se eri troppo piccolo per capire perchè. Ma credo, padron Frodo, di capire. Ora, so. I protagonisti di quelle storie avevano molte occasioni per tornare indietro, ma non l'hanno fatto. Sono andati avanti, perchè erano aggrappati a qualcosa. - Noi a cosa siamo aggrappati, Sam? - C'è ancora del buono a questo mondo, padron Frodo. Ed è giusto combattere per questo."
J.R.R. Tolkien, Il signore degli anelli.

22 settembre 2011

Fantasia al potere in Consiglio

Fantasia al potere in Consiglio

di Antonio G. Pesce - Caro lettore, ascolta bene. Io la cronaca del Consiglio comunale di ieri sera te la faccio. È mio dovere. Però so che quello che sto per dirti non ti piacerà. In questa Italia in cui ai partiti si sacrificano il futuro dei propri figli, non si può digerire che uno non si metta, col bilancino, a moderare le parole e a contrapporre alla vanagloria di destra la spocchia di sinistra.
Io, ieri sera, non mi sono appassionato al dibattito in aula. Te lo scrivo col cuore. Proprio per nulla. Parlavano i signori consiglieri, questa sera i capigruppo. Però alla fine della fiera ho avuto come l’impressione che, se l’amministrazione non ha le idee chiare, non per questo gli altri comminino nella luce della sapienza. C’è un fatto, caro lettore, che devi tenere in considerazione: è già tanto – è stato un bene? – che Catania non sia un Comune fallito. Di chi sia la colpa non è dato sapere: hai visto qualcuno pagare per quello scempio? Hai sentito qualcuno, che oggi scrive libri ispirati e di alta spiritualità – tal dottor Umberto Scapagnini – dirci come siano davvero andate le cose?
Rimane il fatto che soldi in cassa ce ne sono pochissimi. Che c’è un deficit che va colmato. E che questo dato ha condizionato l’assessore Bonaccorsi nello stendere il bilancio. Forse lo ha fatto male? Forse. Ma ieri sera, di proposte, se ne sono viste poche. Tutti in coro a dire che la politica deve guidare l’economia; tutti a rimproverare un bilancio ‘senza cuore’, che non da spazio alle scelte per limitarsi ai calcoli. Ma tutti dimentichi che siamo, come italiani e come catanesi, ad un passo dal baratro, proprio perché la politica è stata fin troppo fantasiosa. C’è una regola che mio padre ha insegnato a noi figli (tu non lo hai fatto con i tuoi, caro lettore?): non si deve fare il passo più lungo della gamba.
La maggioranza non c’era. Probabilmente deve ingoiare un boccone amaro. Poca possibilità anche per i consiglieri di maggioranza di portare il fantastico al potere. Ci mettono la faccia, come ultimi giapponesi, Carmencita Santagati (Pdl), Valeria Sudano (Pid), e arriva poi Alessandro Porto (Mpa). Opposizioni compatte. In aula a raccontarci tutte gli errori commessi in tre anni da Stancanelli & Sodali. Non c’è voluto molto: chiunque viva a Catania avrebbe potuto farlo. Ma non sempre – a volte sì, bisogna ammetterlo – si è capito il nesso tra la critica e l’oggetto in questione.
Vedremo come si svilupperà la faccenda. Rimane il dubbio che la ‘necessità’ dei conti dia poco spazio a differenziazioni vere e ponderate.


Pubblicato il 21 settembre 2011 su Catania Politica 

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