"-E' come nelle grandi storie, padron Frodo, in quelle che contano davvero. Erano piene di oscurità e pericolo, e a volte non volevi nemmeno sapere come andavano a finire, perchè come poteva esserci un finale allegro? Come poteva il mondo tornare come prima dopo che erano successe tante cose brutte? Ma alla fine, era solo una cosa passeggera, quest'ombra. Anche l'oscurità deve finire. Arriverà un nuovo giorno, e quando il sole sorgerà, sarà ancora più luminoso. Quelle erano le storie che ti restavano dentro, che ti insegnavano qualcosa, anche se eri troppo piccolo per capire perchè. Ma credo, padron Frodo, di capire. Ora, so. I protagonisti di quelle storie avevano molte occasioni per tornare indietro, ma non l'hanno fatto. Sono andati avanti, perchè erano aggrappati a qualcosa. - Noi a cosa siamo aggrappati, Sam? - C'è ancora del buono a questo mondo, padron Frodo. Ed è giusto combattere per questo."
J.R.R. Tolkien, Il signore degli anelli.

8 settembre 2011

L’angoscia. Ovvero la pessima idea di chiudere così il centro storico

L’angoscia. Ovvero la pessima idea di chiudere così il centro storico 
di Antonio G. Pesce - Siamo tutti d’accordo che è meglio fare l’amore e non la guerra? Bene, allora siamo anche d’accordo che la piazza principale di una città dovrebbe servire solo al passeggio, e che la nostra piazza Duomo dovrebbe essere chiusa interamente al traffico, per far sì che cittadini e turisti possano passare tranquillamente dalla piazza a via Etnea senza rischiare il collo nel traffico catanese.
Certo, interdire un luogo alla circolazione automobilistica non vuol dire, ipso facto, renderlo più affascinante o più vivibile, però può sempre rappresentare un buon inizio. Tuttavia, la proposta della giunta comunale di chiudere al traffico una parte consistente di via Vittorio Emanuele – divieto già di fatto esistente per i mezzi di trasporto pubblico a causa del cedimento, avvenuto otto mesi fa, di una parte del sottosuolo – sta suscitando aspre polemiche. Che, prima di essere commentate, meritano di essere accompagnate ai ricordi. Ricordi di parecchie stagioni fa, quando erano in restauro sia piazza Duomo che l’adiacente piazza dell’Università. I più giovani non hanno sperimentato cosa volesse dire perdersi nei gorghi che allora si formarono, quando la solita fiumana dell’ora di punta circumnavigava la fabbrica di Palazzo degli Elefanti.
Non sono, dunque, mere polemiche: è l’esperienza che tuona, riportando alla mente l’angoscia che si provava ad attraversare la città.
Ma poi – chiediamoci: davvero le cose le si deve fare così? Stancanelli, dopo molte pressioni, ha deciso di consultare i commercianti della zona. E non si vede il perché, dal momento che traffico e commercio vengono abbinati solo a Catania – altrove è l’esatto opposto: la gente va in centro a fare compere, non già a perderci le coronarie. Però non ha sentito l’esigenza di ponderare meglio l’attuabilità immediata del piano. Insomma, hai una maggioranza che ha dovuto ingoiare il rospo della tassa di soggiorno, firmandoti un assegno in bianco, senza sapere come verranno spesi gli introiti relativi, e tu, per tutta risposta, che fai? la rimetti in imbarazzo con una pur condivisibile idea, ma da attuare prima che il P(iano) U(rbano) del T(traffico) sia pronto. E senza dare altra alternativa.
Davvero non c’è altra soluzione, che far entrare il serpentone fin dentro il budello della città, sperando che non si incagli? E ancora: siamo sicuri che il provvedimento ‘chiuda’ piazza Duomo? Non ci si potrebbe limitare a rendere anche visivamente ‘concluso’ lo spazio della piazza, magari con fioriere di buon gusto (e, se non fossimo nell’Italia del fu Michelangelo, oggi in mano a un manipolo di pazzi sperimentatori del cattivo gusto, verrebbe da confidare anche in una soluzione architettonica), lasciando che il traffico scorra normalmente a fianco?
Sono solo ipotesi. Sicuramente il sindaco le avrà vagliate attentamente, e i tecnici minuziosamente analizzate. Resta il fatto che, a volte, bisogna prima imbracciare un fucile per difendere la donna con cui si vorrebbe, poi, fare l’amore. Tutti vorremmo la pace, ma è importante calcolare anche a che prezzo. E, solitamente, i prezzi scadenti sono della roba che non dura molto.

Pubblicato il 2 settembre 2011 su Catania Politica

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