"-E' come nelle grandi storie, padron Frodo, in quelle che contano davvero. Erano piene di oscurità e pericolo, e a volte non volevi nemmeno sapere come andavano a finire, perchè come poteva esserci un finale allegro? Come poteva il mondo tornare come prima dopo che erano successe tante cose brutte? Ma alla fine, era solo una cosa passeggera, quest'ombra. Anche l'oscurità deve finire. Arriverà un nuovo giorno, e quando il sole sorgerà, sarà ancora più luminoso. Quelle erano le storie che ti restavano dentro, che ti insegnavano qualcosa, anche se eri troppo piccolo per capire perchè. Ma credo, padron Frodo, di capire. Ora, so. I protagonisti di quelle storie avevano molte occasioni per tornare indietro, ma non l'hanno fatto. Sono andati avanti, perchè erano aggrappati a qualcosa. - Noi a cosa siamo aggrappati, Sam? - C'è ancora del buono a questo mondo, padron Frodo. Ed è giusto combattere per questo."
J.R.R. Tolkien, Il signore degli anelli.

16 maggio 2011

Tra assessori assenti e Sostare




di Antonio G. Pesce- Quando Rosario D’Agata (Pd) esordisce che vi è, in Consiglio comunale, un problema politico da porre, e lo fa con l’enfasi ciceroniana che lo contraddistingue, la pur poca esperienza suggerisce all’affamato, stanco, sudato cronista di telefonare a casa, e di avvisare che non lo aspettino per cena. E forse – ma si trattò in quel momento di una semplice intuizione – neppure per la buonanotte.
Infatti, inizia la battaglia. Il consiglio doveva iniziare almeno un’ora prima. Alle 19.31 Marco Consoli lo sospende per venti minuti, attendendo che per l’amministrazione si presenti qualcuno. Alle 19.50 riprendono i lavori, ma la cosa ha contrariato non solo D’Agata, ma anche il collega di partito Lanfranco Zappalà e il capogruppo dell’Mpa Salvo Di Salvo. Dove sono gli assessori Arcidiacono, Bonaccorsi, Pennisi e Vaccaro indicati dal sindaco come rappresentanti dell’amministrazione? Dei quattro c’è solo, puntuale, l’assessore allo sport Vaccaro. E Torrisi. L’assessore “ecologico” è presente anche se non toccava a lui essere in Aula. Di Salvo ringrazia Torrisi, altrimenti i lavori non avrebbero potuto svolgersi (e magari lo affamato, stanco, sudato cronista sarebbe stato a casa ad appena le 20).
I lavori però si fanno. Due comunicazioni squisitamente politiche, innanzi tutto. D’Agata, appunto, che invita la maggioranza a farsi vedere in aula, date le molte convocazioni saltate per assenza di numero legale, e Di Salvo, che si dice contento dell’incontro dell’Amministrazione con le parti sociali, ma invita il sindaco a passare dalle parole ai fatti. Poi, è il turno Manlio Messina, Pdl, chiede lumi su un cartello di divieto di balneazione vicino al solarium del lungomare, Piazza Europa, che presente da tempo immemorabile è stato ora abbattuto, da chi? Dalla natura? O dall’uomo (dipendente comunale) secondo il Corriere della Sera, e si trova tra gli scogli. Tranquilli: il bagno ve lo potete fare. E’ la risposta di Torrisi. Che però evidentemente non ha ben compreso la domanda. L’assessore verde ha spiegato che il cartello deve essere posto per legge, poiché lì vicino c’è una sbocco di acque bianche che, seppur bianche e non fognarie, comunque vanno segnalate. Inoltre, la distanza tra lo sbocco e il solarium è ragguardevole, e il cartello non è da riferirsi allo specchio di mare di fronte allo stallo. Si ma perché il cartello ora è stato abbattuto? Per non dare fastidio ai bagnanti del solarium, che potrebbero avere qualche dubbio salutistico nel fare il bagnetto?
La parola passa a Manfredi Zammataro (La Destra), ma sempre di solarium si parla. Perché quello della più bella spiaggetta di Catania – e nel descriverla, Zammataro ritrae meglio di Manet – cioè San Giovanni Li Cuti non è stato installato? La risposta dell’Amministrazione è semplice: siccome non ci sono tanti soldi, e a San Giovanni Li Cuti i residenti si sono lamentati del chiasso (me la lasciassero a me la casa, che a sopportare il chiasso ci penso io!), si è pensato di far fuori quello. Logico no?!
Francesca Raciti (Pd), comunica dello sbando in cui versa villa Pacini, e chiede ragguagli all’Amministrazione circa la videosorveglianza. C’è o non c’è? E se c’è, perché ci sono capre che vanno a pascolare in luoghi adibiti a persone civili, distruggendoli (non dice proprio questo, ma questo è il senso)? L’assessore Torrisi dice che sì, la videosorveglianza c’è ed è funzionante, ma registra e non è presente alcuna sala operativa, per impegnare nell’immediato una squadra di vigili urbani. Ora, Torrisi ci è simpatico, per carità. Ma se le telecamere funzionano, ci vuole tanto a visionare la villa, e a controllare le registrazioni, per vedere se qualcuno, non avendo altro da fare, ha pensato di fare uno scempio?
D’accordo, lasciamo stare, ed ascoltiamo Carmencita Santagati (Pdl). Intervento incentrato sul Palazzo di cemento: riqualificarlo è un segno di speranza per Catania. E quel palazzo è lì da anni (almeno un quarantennio, diciamo), e in degrado dal 1990. Che cosa hanno fatto le altre Giunte, non solo quelle di centrodestra, ma anche quelle di centrosinistra? Apriti cielo: le cateratte della polemica si aprono in aula, e il presidente Marco Consoli (Mpa) a stento riesce a riportare la calma.
Non è un serata calma. E tanto per calmarci, passiamo a Sostare. Per circa tre ore il dibattito verte sui vari emendamenti. Diversi vengono ritirati, altri non approvati. C’è un duro scontro tra Francesco Montemagno, Api (è un partito giuriamo) e Manlio Messina, che si punzecchieranno per tutta la seduta. Ma alla fine Messina sbertuccia le asserzioni di Montemagno evidenziandone le lacune sul CdS, Catania è praticamente tutta zona a traffico elevato (la Zona 1) e quindi non vale il rispetto delle proporzioni tra stalli blu e bianchi, e le smemoratezze politiche, è stata la giunta Bianco a inventarsi la cosa. Messina sbaglia solo a prendersela con l’abbigliamento di Zappalà: ci piace l’accostamento cravatta rossa con camicia azzurra.
Ma continua lo scontro. Arrivano i pompieri? Giacomo Bellavia, Pdl, non ci pensa due volte: ‹‹Stiamo solo perdendo tempo con una mozione, che non impegna più di tanto l’Amministrazione››. Vincenzo Castelli, Udc, si fa sentire dall’alto contro Montemagno, che riprende parola più volte. Saltano gli emendamenti sul resto (le macchinette non rimborsano l’esborso superiore alla sosta prescelta), sui quindici minuti di tolleranza, e quello de La Destra, che chiedeva di eliminare gli stalli presenti in carteggiata.
Quando la mozione torna nuda e cruda, così come era stata licenziata dalla II commissione permanente, ci provano D’Agata e Francesco Navarria, Scelta Giovane, a ricucire lo strappo. Ma è troppo tardi: la maggioranza non ne vuole sapere di votare quel testo originale, per quanto inizialmente approvato. La mozione non passa, nonostante un ultimo accorato appello di Navarria. Appello davvero, perché chiama e ringrazia i membri della Commissione che a quella mozione hanno lavorato. Ma è troppo tardi. Anche per l’affamato, stanco e sudato cronista.

Così hanno votato la mozione Sostare: (lì dove presenti due indicazioni, si tratta dei voti in primo e secondo appello)
Presenti 26
votanti 12
favorevoli 12
astenuti 14

Non approvato

Balsamo assente
Barresi astenuto
Bellavia astenuto
Bonica astenuto
Bottino assente
Calanna assente
Castelli astenuto
Castorina assente
Cimino assente
Condorelli assente
Consoli sì
Corradi assente
Curia assente
D’agata sì
Daidone astenuto
Davola assente – sì
Di salvo astenuto
Gelsomino sì
Giuffrida astenuto
Giustolisi assente – astenuto
La Rosa domenico assente
La Rosa epifanio sì
Livolsi astenuto
Lo presti sì
Marco assente
Marletta astenuto
Messina A assente
Messina M astenuto
Mirenda sì
Montemagno sì
Musumeci assente
Navarria sì
Nicotra assente
Parisi assente
Porto assente
Raciti sì
Santagati astenuto
Sciuto assente – astenuto
Sofia assente
Sudano astenuto
Trichini assente
Tringale assente
Trovato assente
Zammataro sì
Zappalà sì


Pubblicato il 12 maggio 2011 su CataniaPolitica

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