"-E' come nelle grandi storie, padron Frodo, in quelle che contano davvero. Erano piene di oscurità e pericolo, e a volte non volevi nemmeno sapere come andavano a finire, perchè come poteva esserci un finale allegro? Come poteva il mondo tornare come prima dopo che erano successe tante cose brutte? Ma alla fine, era solo una cosa passeggera, quest'ombra. Anche l'oscurità deve finire. Arriverà un nuovo giorno, e quando il sole sorgerà, sarà ancora più luminoso. Quelle erano le storie che ti restavano dentro, che ti insegnavano qualcosa, anche se eri troppo piccolo per capire perchè. Ma credo, padron Frodo, di capire. Ora, so. I protagonisti di quelle storie avevano molte occasioni per tornare indietro, ma non l'hanno fatto. Sono andati avanti, perchè erano aggrappati a qualcosa. - Noi a cosa siamo aggrappati, Sam? - C'è ancora del buono a questo mondo, padron Frodo. Ed è giusto combattere per questo."
J.R.R. Tolkien, Il signore degli anelli.

29 maggio 2011

De BLU clamavi ad te

De “blu” clamavi ad te 



di Antonio G. Pesce- È possibile – pare quasi certo – che la bozza di modifica dei parcheggi a Catania non avrà lieto fine in Consiglio comunale. La scorsa seduta – noi stessi ne davamo notizia – Mpa, Pdl e Udc si dichiaravano per l’astensione. Probabilmente bolle dell’altro in pentola, perché è evidente quanto sia indispensabile ripensare quel servizio. Martedì sera, invece, ci si è arenati su una caterva di emendamenti e subemendamenti, facendo vertere la discussione in aula attorno al problema dei parchimetri che non danno il resto.
Problema vero. Ma partiamo dal padre di tutti i problemi: a Catania ci sono due modi di posteggiare, ed entrambi a pagamento. O strisce blu, con relativo impiegato Sostare che presenzia un paio di centinaia di metri; o marciapiedi, con annesso parcheggiatore abusivo. Non esistono strisce bianche. Ovviamente, esistono per i motocicli, perché si è creduto bene far diventare virtù la ritrosia del motociclista a pagare la sosta. Ma lì dove si poteva trarre qualche parcheggio non a pagamento, è stato subito tinto di blu, o lasciato alla solerzia abusiva, che di tanto in tanto finisce come i fichi ormai maturi: un colpetto di vento, e cadono. E quel giorno, un giro della Municipale, ed entrano una decina di migliaia di euro nelle casse dell’erario comunale.
Si capisce come ciò non possa protrarsi ancora per molto. La Sostare, quando ha dovuto prendere parola pubblicamente, rispondendo sulla stampa a lettere di alquanto infuriati automobilisti, ha sempre fatto riferimento ad altre città italiane, mostrando quasi stupore per le lamentele ricevute. Chi ha soggiornato in altre parti d’Italia per studio, lavoro o necessità, sa che la Nazione quella è, e abbisogna di un cambiamento generale dalle Alpi a Capo Passero. Ma su alcune cose si può prendere lezione, e magari far meglio in casa.
Ad esempio, vi sono città con piazzole predisposte alla sosta gratuita, quantunque non prolungata. I mezzi di trasporto funzionano in modo efficiente e, in una di quelle spesso indicate come esempio di correttezza, perfino parcheggi scambiatori. E non solo per chi proviene da fuori città. A La Spezia esistono bus navetta tra periferia e centro. Gratis (e puntuali). Risultato? Si decongestiona il traffico del centro, dove magari si ha pure ragione a mettere qualche stallo ad circa € 1,50. Qualche stallo, mica come qui, dove fra poco sloggeranno perfino il mastodontico Liotru per metterci quattro strisce e impiegato.
Diciamocelo chiaramente: da noi gli stalli servono a far cassa – nella migliore delle ipotesi. Perché a volte sembra – dico sembra, magari poi mi sbaglio – che il biglietto di sosta sia un’azione dell’unica azienda ancora capace di impiegare qualcuno a Catania. Se devo spendere 75 centesimi il danno minore è che il parchimetro non mi restituisca il resto di un euro per un’ora di sosta. Ma se proprio ci si tiene alla pagliuzza, quando pare che la trave venga prudentemente celata, allora si faccia come si fa ‘altrove’. Perché non dare il resto a moneta è un conto: non darlo affatto un altro. Chi posteggia, ha diritto a posteggiare per il tempo che ritiene più opportuno. Il resto, piuttosto che darlo con una sosta prolungata, lo si dia con una ricevuta. Certo, alla fine dell’anno, negli sportelli della Sostare ci sarà la fine per scambiare il ‘resto’ in tagliandi con moneta sonante, ma chi vorrà, non avrà perso nulla.
Perché così accade ‘altrove’. Peccato che, su questa soluzione, i signori consiglieri non siano stati informati – almeno questo pare – nelle riunioni tenute con la Sostare. Avrebbero potuto – sempre se avessero voluto – risparmiare tempo sul meno, e andare direttamente al sodo.

Pubblicato l'11 maggio 2011 su CataniaPolitica

Nessun commento: