
di Antonio G. Pesce- Vi risparmieremo due cose del Consiglio comunale di Catania svoltosi ieri sera. Innanzi tutto, gli auguri al neo sottosegretario al lavoro, Nello Musumeci, perché glieli hanno fatti tutti ma proprio tutti. Inoltre, la discussione e il voto sull’ordine del giorno. E non perché fosse mera formalità: figurarsi. Si parlava di debiti, e di debiti fuori bilancio. E di debiti contratti, tra le altre motivazioni, per questioni sociali. In alcuni casi, per aiutare sfrattati a cui la legge stessa impone di dare soccorso. Quindi, roba che scotta. Ma sono una sfilza di debiti, e in ballo c’è dell’altro: c’è da sapere se non ne siano stati contratti degli altri frattanto (e Rosario D’agata, capogruppo Pd, è sicuro di sì), e come Carlo Pennisi voglia riprendere in mano un assessorato, quello ai servizi sociali, che da sempre si è mostrato senza briglie.
Sarà per un motivo o per un altro, davanti al primo emendamento della prima delibera è venuto a mancare il numero legale. E nulla di fatto neppure nella ripresa dei lavori, alle ore 22.55. A tenere banco, però, durante la solita fase iniziale dei lavori, cioè quella dedicata alle comunicazioni, è stata la dichiarazione del sindaco, Raffaele Stancanelli, riportata da diversi organi di stampa, tra cui il nostro giornale CataniaPolitica, di volere – o dovere – aumentare la Tarsu e di voler introdurre una tassa di soggiorno.

Questi i due problemi lungamente dibattuti. Neppure il Pd si è sottratto alla discussione con Lanfranco Zappalà. Ma l’intervento, foriero di un’aspra polemica, è stato quello del consigliere Puccio La Rosa. Ironicamente ha chiesto: dov’era il sindaco Stancanelli, nonché senatore, quando la finanziaria del governo Berlusconi decurtava a Catania 18 milioni di euro di stanziamenti, in nome del federalismo fiscale? Perché l’ha votata? E poi: non è pure membro della commissione bilancio del Senato? Non se n’è accorto di quanto stavano togliendo alla sua città?

Fin qui, dialettica. Ma l’affondo di Bonaccorso arriva: ‹‹Non voglio difendere Stancanelli – afferma sornione – perché ne ha le capacità per farlo da solo. Ma vorrei ricordare al consigliere La Rosa, che il taglio dei 18 milioni di euro di stanziamenti a Catania risale al maggio dell’anno scorso….››. Ed è arrivato, a questo punto, pure la replica di La Rosa. Seppur richiamato più volte dal presidente del Consiglio, marco Consoli, si è sentito distintamente: ‹‹Saremo durissimi….››. Per chi non lo avesse già capito (ma sono in pochi, e lo stesso Bonaccorsi, sorridendo, ha evitato di completare): nel maggio del 2010 gli esponenti di Fli erano ancora nel Pdl. Dunque,….
Consoli impiega un po’ a riportare la calma in aula. Per fortuna, anche il consiglio di Catania ha avuto il suo momento di pace: un minuto di silenzio, chiesto da Rosario D’Agata, per ricordare Vittorio Arrigoni, il pacifista ucciso a Gaza.
Pubblicato il 5 maggio 2011 su Cataniapolitica
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