"-E' come nelle grandi storie, padron Frodo, in quelle che contano davvero. Erano piene di oscurità e pericolo, e a volte non volevi nemmeno sapere come andavano a finire, perchè come poteva esserci un finale allegro? Come poteva il mondo tornare come prima dopo che erano successe tante cose brutte? Ma alla fine, era solo una cosa passeggera, quest'ombra. Anche l'oscurità deve finire. Arriverà un nuovo giorno, e quando il sole sorgerà, sarà ancora più luminoso. Quelle erano le storie che ti restavano dentro, che ti insegnavano qualcosa, anche se eri troppo piccolo per capire perchè. Ma credo, padron Frodo, di capire. Ora, so. I protagonisti di quelle storie avevano molte occasioni per tornare indietro, ma non l'hanno fatto. Sono andati avanti, perchè erano aggrappati a qualcosa. - Noi a cosa siamo aggrappati, Sam? - C'è ancora del buono a questo mondo, padron Frodo. Ed è giusto combattere per questo."
J.R.R. Tolkien, Il signore degli anelli.

27 maggio 2011

(dis)Credito d’imposta

Dis…credito d’imposta 


di Antonio G. Pesce - Miseria, ancora miseria. Il credito d’imposta doveva servire a dare un po’ di respiro alle nostre (pochissime) aziende. Stiamo male, malissimo! La disoccupazione è alta quanto mai (39% quella giovanile, 14% quella generale), duemila aziende chiuse nei primi tre mesi del 2011. Non c’è alcuna speranza per un giovane che cerchi lavoro, che non sia instillata nel cuore da anni e anni di servile accondiscendenza elettorale della propria famiglia. Se in America si mettono da parte i soldi, perché il putto da grande studi nelle migliori università, in Italia, e in modo particolare nella nostra isola, si congela la propria partecipazione alla vita sociale e politica, finché i figli non siano ‘sistemati’. Sistemazione che, oggi, può scadere prima del latte, ed essere pagata con gli spiccioli dell’aperitivo del capoccia di turno.
Senza lavoro non c’è dignità. Parlo del lavoro che realizza l’uomo, non quello che lo annienta in un ritmo incessante di produzione e consumo (ma, visto l’andazzo, il rischio di lavorare troppo proprio non c’è). In un momento di profonda crisi, le aziende siciliane aspettavano un poco di frescura in questo inferno di debiti. Frescura che non è arrivata. Il credito d’imposta doveva essere finanziato con i fondi Fas. Ma i fondi Fas tardano ad arrivare. E, quando arriveranno, non potranno essere spesi come nei piani del governo regionale e della sua maggioranza. E i più banali e ordinari fondi regionali? Non ci sono. Non ci sono, perché devono andare a finanziare una pachidermica struttura regionale, che già un po’ di mesi fa Raffaele Lombardo aveva garantito voler riformare e sfoltire. Partendo dalla formazione (ma questo è un altro capitolo, che – promesso – tratteremo a breve).
Non ci sono fondi ordinari. Sicuri? Speriamo di sì. Speriamo che si tratti solo del fatto, che ormai siamo costretti ad attingere al salvadanaio (perché questi sono i Fas: l’investimento per il futuro), per sbarcare il lunario (cosa che, alla fine, manco ci riesce). Speriamo davvero che si tratti soltanto di miseria, del primo annuncio di un tracollo finanziario non sappiamo quanto imminente, ma possibile. Speriamo si tratti solo di questo.
Perché ci potrebbe essere un’altra spiegazione, assai più grave. Speriamo non si tratti di incompetenza; che non si sia voluto approvare comunque una finanziaria, per coprire il vuoto politico di un progetto ormai da più parti dato per morto, ben sapendo che i nodi, preso o tardi, sarebbero arrivati al pettine; che non si sia giocato sulla dignità di chi lavora, solo per tirare a campare un po’ di tempo, e vedere come (e se possibile) mettere in sesto la baracca.
Questo proprio no. Poveri sì, derubati al massimo. Ma fessi no.

Pubblicato il 21 maggio 2011 su CataniaPolitica

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