"-E' come nelle grandi storie, padron Frodo, in quelle che contano davvero. Erano piene di oscurità e pericolo, e a volte non volevi nemmeno sapere come andavano a finire, perchè come poteva esserci un finale allegro? Come poteva il mondo tornare come prima dopo che erano successe tante cose brutte? Ma alla fine, era solo una cosa passeggera, quest'ombra. Anche l'oscurità deve finire. Arriverà un nuovo giorno, e quando il sole sorgerà, sarà ancora più luminoso. Quelle erano le storie che ti restavano dentro, che ti insegnavano qualcosa, anche se eri troppo piccolo per capire perchè. Ma credo, padron Frodo, di capire. Ora, so. I protagonisti di quelle storie avevano molte occasioni per tornare indietro, ma non l'hanno fatto. Sono andati avanti, perchè erano aggrappati a qualcosa. - Noi a cosa siamo aggrappati, Sam? - C'è ancora del buono a questo mondo, padron Frodo. Ed è giusto combattere per questo."
J.R.R. Tolkien, Il signore degli anelli.

8 marzo 2011

Consiglio in ritardo e in bianco


di Antonio G. Pesce- Alle 22.37, il presidente del Consiglio comunale, Marco Consoli, ha sciolto la seduta. L’ha sciolta perché, come spesso accade nella massima assise catanese, è venuto a mancare il numero legale. E sì che c’era da votare per cose di non poco conto: l’istituzione del parco commerciale naturale “Parco del Mare Catania” della Plaia, le concessioni per l’utilizzo delle strutture sportive, la trasformazione dell’A.M.T. da partecipata del Comune a società per azioni.

Poco presenti i consiglieri comunali. E poco puntuali. A lamentare l’inizio dei lavori in ritardo – puntualmente in ritardo – Manlio Messina (Pdl), e poco dopo anche Francesca Raciti (Pd): entrambi scocciati di aspettare un’ora – dicasi una – prima che i lavori abbiano inizio.

‹‹Ricordo ai signori colleghi che l’art. 13 dello statuto comunale – ha detto il consigliere Pdl – prevede che la seduta si apra all’ora di indizione, e che il numero legale venga verificato in quel momento››, scusando comunque il presidente del consiglio, perché impegnato precedentemente in incontri istituzionali.

E sì che c’era da discutere, oltre che da votare. Puccio La Rosa (Fli) ha interrogato l’amministrazione comunale sul mancato pagamento dello stipendio dei dipendenti comunali. In che condizioni versa la cassa di Palazzo di Elefanti? Rispondendo, l’assessore Bonaccorsi ha spiegato che il problema è dovuto ai mancati trasferimenti statali (l’ultima trance del 2010 e la prima del 2011), ma che non si aspetta altro che gli stanziamenti (peraltro, l’amministrazione ha ricevuto garanzie sulla celerità degli stessi). Forse, in una settimana si potrebbe procedere al pagamento.

Alessandro Porto e Antonio Bonica (entrambi dell’Mpa) hanno sollevato problemi inerenti la vivibilità di Catania: dalle piazze non vigilate, che finiscono per essere ritrovo di bande di giovani balordi, intenti a disturbare anziani e bambini, a manto stradale di via Manzoni ridotto ormai ad un colabrodo (il povero consigliere Bonica ha lasciato intendere di aver sperimentato a suo danno cosa voglia dire percorrere in moto la via).

Che viviamo in una città poverella di quattrini e un po’ rattoppata, questo è risaputo. Ma non è bello neppure farsi sfiorare dal dubbio che la nostra Catania sia anche vergognosamente ingiusta. Sarà così? Bé, Gemma lo Presti (LaDestra-Alleanza Siciliana) e il collega di partito Manfredi Zammataro la pulce nell’orecchio la mettono. La prima chiedeva all’amministrazione – ed è parsa domanda retorica – quali siano i criteri di selezioni per l’assunzione nelle partecipate del Comune, avendo potuto riscontrare casi di aventi diritto che ancora non hanno ricevuto risposta. Il secondo, invece, ha giocato sull’ironia, trattando della diverse tipologie di disabilità a Catania. Ci sarebbe, a detta di Zammataro, chi, pur con apposita certificazione da parte dell’Asl, può accedere con la propria autovettura al cimitero cittadino per la visita ai cari estinti solo nei giornali feriali, e chi, avendo specifica concessione da parte del sindaco o dell’assessore competente, potrebbe farlo anche la domenica. O meglio: chi manca di quest’ultimo (e assai ambito) lasciapassare non potrebbe farlo, acquistando inspiegabilmente un’abilità che, negli altri giorni, è certificato non abbia. Se non fosse per l’ufficialità della dichiarazione, si stenderebbe a credere a tanto squallore.

E non è l’unica deficienza dell’amministrazione, secondo Zammataro. C’è anche il disincentivo al commercio: che altro sarebbe, infatti, l’aver tappezzato di strisce blu il centro cittadino, quando i grandi centri commerciali possono usufruire di ampi (e gratuiti) parcheggi? Era, questo, solo l’ouverture. Da lì a qualche decina di minuti, avrebbe preso la parola il capogruppo, Nello Musumeci, dichiarando che non parteciperà all’inaugurazione prossima del punto vendita dell’Ikea. Altrettanto ha dichiarato il presidente del consiglio, Consoli.

Oggi si riprendono i lavori. Speriamo sia una seduta un po’ più fruttuosa.


Pubblicato l'8 marzo 2011 su www.cataniapolitica.it

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