"-E' come nelle grandi storie, padron Frodo, in quelle che contano davvero. Erano piene di oscurità e pericolo, e a volte non volevi nemmeno sapere come andavano a finire, perchè come poteva esserci un finale allegro? Come poteva il mondo tornare come prima dopo che erano successe tante cose brutte? Ma alla fine, era solo una cosa passeggera, quest'ombra. Anche l'oscurità deve finire. Arriverà un nuovo giorno, e quando il sole sorgerà, sarà ancora più luminoso. Quelle erano le storie che ti restavano dentro, che ti insegnavano qualcosa, anche se eri troppo piccolo per capire perchè. Ma credo, padron Frodo, di capire. Ora, so. I protagonisti di quelle storie avevano molte occasioni per tornare indietro, ma non l'hanno fatto. Sono andati avanti, perchè erano aggrappati a qualcosa. - Noi a cosa siamo aggrappati, Sam? - C'è ancora del buono a questo mondo, padron Frodo. Ed è giusto combattere per questo."
J.R.R. Tolkien, Il signore degli anelli.

6 aprile 2011

NON E' UN PESCE D'APRILE, L'AMT E' SPA

Non è un pesce d’aprile, l’Amt è SpA

di Antonio G. Pesce- Oggi è il primo d’aprile, ma quello che state per leggere non è uno scherzo. Dopo che, per molte volte, in Consiglio comunale era mancato il numero legale, ieri sera è arrivata la fumata bianca: l’Amt passa a società per azioni. Una maratona dialettica, che pare aver sfinito molti dei consiglieri, se alla fine, mentre alle ore 00.16 il presidente Consoli chiudeva la seduta, in aula erano presenti appena dodici consiglieri. Con Gemma Lo Presti e Vincenzo Castelli tra i più contrariati per il fuggi fuggi generale dopo l’approvazione della delibera con cui si trasforma l’Amt in Spa.
Era passata da appena nove minuti la mezzanotte, ed ecco l’approvazione: 23 sì, 3 no e 1 astenuto. Hanno votato positivamente i consiglieri della maggioranza Mpa, Pdl, Pid, Udc a cui si sono aggiunti altri de La Destra e D’Avola del Pd. Hanno invece votato contro gli altri tre del Pd presenti in aula, mentre si è astenuto Bonica del Mpa. Contrario dicevamo il Pd, che aveva dato battaglia proprio all’inizio dei lavori con un D’Agata più agguerrito che mai, che in alcuni momenti ha sfiorato punte di sublime dialettica, calibrando la voce, e facendo partire qualche impennata di tanto in tanto. Ma non è servito. D’Agata aveva preso la parola, innanzitutto per smentire ‘qualcuno’ (lo ha definito un “buontempone”: chi sarà mai costui?), che avrebbe attribuito la mancata assunzione da parte dell’azienda municipale trasporti di nuovi autisti, già selezionati e pronti per la firma del contratto, all’opposizione dialettica del capogruppo Pd. D’Agata ha chiarito subito: se l’amministrazione vuole, può assumerli quanto prima. Il problema del consigliere non è far mancare il posto di lavoro a chi lo attende, ma avere ben esposto il quadro contabile dell’azienda. E, per D’Agata, il parare del collegio dei revisori dei conti, letto in aula da Marco Consoli, non è per nulla “circostanziato e motivato”. Dunque – ha continuato il capogruppo Pd – si attenda di leggere il consultivo prima di esprimersi.
È una delle “pregiudiziali D’Agata”, l’ennesima messa ai voti. Finisce respinta con 19 voti contrari. Favorevoli solo 5. Da questo momento, inizia una maratona di quattro ore. Prende la parola l’ass. Roberto Bonaccorsi, ormai presenza fissa dell’amministrazione in consiglio comunale. Traccia la storia dell’azienda, spiega come nascerà quella nuova, ne delucida la fondazione del capitale sociale: una “bella lezione di diritto societario”, dirà poco dopo ironicamente D’Agata.
Dopo di lui, è la volta dei presidenti delle commissioni interessate. Francesco Navarria, che presiede la II commissione permanente, ci tiene a far notare di approvare la trasformazione dell’Amt: “nonostante qualcuno dica che io sono pregiudizievolmente contro l’amministrazione”. Aggiunge inoltre di riconoscere l’importante lavoro svolta da Sanfilippo e Bonaccorsi, e chiede di creare un organo di controllo dell’esecuzione del piano industriale, “all’interno del quale ci sia un rappresentante del consiglio comunale”. Antonio Bonica, della X, si esprime altrimenti: “Il piano industriale è fumoso. È fumo negli occhi”. Vincenzo Castelli (IX) esprime il parere favorevole della commissione, ma invita a far sì che l’Amt controlli il proprio piano stradale.
Congiuntamente alla trasformazione dell’Amt in Spa, è stato votato anche lo Statuto dell’azienda stessa in cui vengono specificate le attività che la società potrà svolgere, la consistenza del capitale sociale di 33.889.000 euro, rappresentato da azioni di mille euro ciasscuno; che la partecipazione azionaria del comune di Catania non potrà essere inferiore al 51%. Secondo le previsioni dello Statuto la direzione dell’azienda verrà affidata a un direttore generale e che la nuova azienda assoribirà tutti i rapporti attivi e passivi di cui era titolare l’Amt.
Nell’atto deliberativo approvato è stato inserita anche la clausola che successiva deliberazione si procederà all’approvazione del nuovo contratto di servizio.
Infine, sono in molti a prendere la parola. Un gioco delle parti. Chi ricorda i bei tempi andati, e chi proprio belli non li considera. Si giunge alla mezzanotte. Sembra saltare tutto, e per l’ennesima volta. La gente del pubblico sonnecchia un poco. Di tanto in tanto, qualcuno ha un sussulto, quando l’oratoria del consigliere di turno s’infiamma. Poi arriva il voto. L’Amt è spa. Il comune è responsabile solo del bilancio pregresso. Solo – si fa per dire – di un deficit di milioni di euro. E i nuovi autisti? Brindano all’imminente assunzione. Sperando sia davvero così, noi qualche dubbio l’abbiamo.

Pubblicato l'1 aprile 2011 su www.cataniapolitica.it 

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