"-E' come nelle grandi storie, padron Frodo, in quelle che contano davvero. Erano piene di oscurità e pericolo, e a volte non volevi nemmeno sapere come andavano a finire, perchè come poteva esserci un finale allegro? Come poteva il mondo tornare come prima dopo che erano successe tante cose brutte? Ma alla fine, era solo una cosa passeggera, quest'ombra. Anche l'oscurità deve finire. Arriverà un nuovo giorno, e quando il sole sorgerà, sarà ancora più luminoso. Quelle erano le storie che ti restavano dentro, che ti insegnavano qualcosa, anche se eri troppo piccolo per capire perchè. Ma credo, padron Frodo, di capire. Ora, so. I protagonisti di quelle storie avevano molte occasioni per tornare indietro, ma non l'hanno fatto. Sono andati avanti, perchè erano aggrappati a qualcosa. - Noi a cosa siamo aggrappati, Sam? - C'è ancora del buono a questo mondo, padron Frodo. Ed è giusto combattere per questo."
J.R.R. Tolkien, Il signore degli anelli.

27 aprile 2011

CATANIA CAMPA DI NIENTE

Catania campa di niente 

di Antonio G. Pesce- Non possiamo più contare neppure sul lavoro nero. Secondo quanto risulta alla Caritas diocesana, che ieri ha reso pubblico il suo rapporto trimestrale, è entrato in crisi pure quello. Di Catania si sta facendo un enorme deserto, popolato solo – è la rabbia che scrive, non io – da ruffiani, portaborse, e da intellettuali al soldo del potere. Che parlano di stato laico, ma lasciano alla Chiesa l’amaro compito di ‘ascoltare’ la miseria umana, riservando per se stessi quello di sproloquiare sui destini del mondo, seduti in cattedra o con un sigaro in bocca al tavolino di un bar.
Aumenta la disoccupazione, aumenta la povertà, ed aumentano soprattutto tra gli italiani. Tra i quali, i maschi incontrano più difficoltà delle donne a piazzarsi sul cosiddetto mercato del lavoro, che quando ha cifre spaventosamente piccole come quelle etnee, assume i tratti della tagliola dell’usuraio. Bisogna vedere, infatti, che lavoro riescano a trovare le donne: non c’è da scommettere che sia sempre degno della storia di questa nazione che, nel bene e nel male, ha più di cento anni di battaglie sindacali.
Al Sud c’è ormai una situazione, che se non fosse per la tanto dimenticata (quando non addirittura vilipesa) struttura famigliare, dovrebbe incutere terrore a chi, per propria libera scelta, ha deciso di giocare un ruolo nella partita per l’amministrazione politica di questo Paese – a tutti i livelli e le latitudini. Una situazione non diversa dal resto d’Italia: se qui si lotta per la sopravvivenza, altrove si sono persi quei benefici conquistati in decenni di duro lavoro. I figli sono ovunque più poveri e meno garantiti dei padri: un’assurdità della quale non si vede fine. E l’ultima battaglia per il lavoro che si è fatta in Sicilia, è stata quella per far assumere gli operai Cesame da un’azienda commerciale estera, la quale poi non mostra molto buon gusto e rispetto per questa terra quando ha da farsi pubblicità.
Per il resto, se volessimo far ripartire l’industria – di qualsiasi tipo, anche quella agricola, troppo presto accantonata, o quella turistica, mai veramente decollata – dovremmo farlo senza una fiscalità di vantaggio, che renda più accattivante un’isola nella quale, tra poco, si pagheranno le autostrade, uniche vie di collegamento in assoluta mancanza di un piano ferroviario; nella quale giacciano chiusi gli aeroporti (pensiamo a quello di Comiso), e mentre ci si batte, anche aspramente, contro la costruzione del Ponte sullo Stretto, nessuno propone una via alternativa per non lasciare due ore le nostre merci a giacere accanto al molo. E tutto questo, mentre la disoccupazione viaggia a livelli impressionanti, ed è la Caritas che eroga microcrediti, dal momento che il risparmio siciliano manca di una cassa propria.
Quali le risposte della politica? Quali piani per il futuro? Quali prospettive?
Coraggio, CataniaPolitica darà spazio e visibilità alle elucubrazioni di politici ed intellettuali. Per una volta, Catania e la Sicilia meritano un pensiero. Sì: non canzonette, slogan o sviolinate intellettualistiche, ma pensiero. Se qualcuno ne ha uno, lo metta avanti. Ci si accontenta anche di poco, dato che stiamo campando di niente.


Pubblicato il 20 aprile 2011 su www.cataniapolitica.it

Nessun commento: