"-E' come nelle grandi storie, padron Frodo, in quelle che contano davvero. Erano piene di oscurità e pericolo, e a volte non volevi nemmeno sapere come andavano a finire, perchè come poteva esserci un finale allegro? Come poteva il mondo tornare come prima dopo che erano successe tante cose brutte? Ma alla fine, era solo una cosa passeggera, quest'ombra. Anche l'oscurità deve finire. Arriverà un nuovo giorno, e quando il sole sorgerà, sarà ancora più luminoso. Quelle erano le storie che ti restavano dentro, che ti insegnavano qualcosa, anche se eri troppo piccolo per capire perchè. Ma credo, padron Frodo, di capire. Ora, so. I protagonisti di quelle storie avevano molte occasioni per tornare indietro, ma non l'hanno fatto. Sono andati avanti, perchè erano aggrappati a qualcosa. - Noi a cosa siamo aggrappati, Sam? - C'è ancora del buono a questo mondo, padron Frodo. Ed è giusto combattere per questo."
J.R.R. Tolkien, Il signore degli anelli.

26 aprile 2011

Consiglio comunale "libico"

Consiglio comunale “libico” 

di Antonio G. Pesce- La pace nel mondo è un valore importante. E per promuoverla, la città di Catania ha una sua commissione in seno al consiglio comunale: è la XII, presieduta da Francesca Raciti (Pd). Che ieri sera ha ritirato l’ordine del giorno col quale si condannavano i massacri in Libia, Gheddafi, e la repressione tutta quanta. Si dirà che è quanto meno ardito pensare che un odg approvato sotto l’ombra del nostro Liotro, possa combattere il male del mondo e sconfiggerlo. Ma niente paura: il consiglio comunale, alla fine della fiera, sa quali sono le urgenze che si possono affrontare davvero, e sulla Libia non ne ha mai discusso. Frattanto il tempo è passato, le vicende si sono susseguite, e farlo ieri sera non aveva gran che senso. Dunque, si attendono altri momenti.
Dopo qualche minuto, però, la pace (giustamente) agognata in Libia non c’era nell’aula consigliare etnea. Seduta, tra l’altro, finita con una forte discussione sugli stalli a pagamento. CataniaPolitica ne dava conto già ieri, pubblicando il comunicato di Navarria (Sg), presidente della II commissione permanente, che ha presentato una mozione per impegnare l’amministrazione comunale a non aumentare il numero dei parcheggi a pagamento gestiti dalla Sostare. Solo che la mozione, una volta approdata in aula, è stata subissata di emendamenti, tanto da sembrare quasi stravolta. Discutere la bozza originaria, come hanno sostenuto Navarria e Lanfranco Zappalà (Pd), o permettere un più ampio dibattito, come invece proposto da Nello Musumeci (La Destra) e dal capogruppo del Pid, Valeria Sudano? La seconda soluzione è parsa quella che ha riscontrato i favori dei più, ma tutto è stato rinviato ad oggi.
Intanto, però, nel momento delle comunicazioni è apparso il vero volto di Catania. Deformato da problemi strutturali. Gemma Lo Presti (La Destra), citando un’analisi di Legambiente, ha posto all’attenzione il problema del calo del turismo in Sicilia: un milione di visitatori in meno nei musei dell’Isola. Catania, purtroppo, non è da meno. Eppure, non è che manchi la voglia di far bene, da parte di chi è preposto, né quella di cultura da parte dei fruitori. E ha citato il caso della biblioteca comunale ‘Vincenzo Bellini’ di via Passo Gravina: ottimo servizio, ottima affluenza, eppure la struttura mostra tutti i suoi limiti, soprattutto dopo che il piano superiore è stato sgomberato per problemi all’agibilità (e non sappiamo lo stato dei 30 mila volumi depositati altrove).
E non è, questa, l’unica questione inerente la sicurezza posta sul tappeto nella seduta di ieri. Alessandro Porto (Mpa) si è chiesto cosa ne sarebbe di Catania, se venisse investita da un sisma pari a quello de L’Aquila. E, ovviamente, cosa si stia facendo in fatto di prevenzione. Lanfranco Zappalà (Pd), invece, cosa intenda fare l’amministrazione per evitare che ci si rompa il collo (non ha detto questo, ma il senso questo era) dentro una delle tantissime buche – ‘voragini’ – delle strade della città. E Manlio Messina (Pdl) ha fatto notare le lungaggini dei lavori per la pista ciclabile che coinvolgono lo slargo tra le p.zze Santo Spirito e Stesicoro. Lavori che danneggiano i commercianti della zona, oltre che far registrare un fatto curioso: il luogo è transennato per evitare pericoli, ma si permette il posteggio a pagamento, senza badare all’incolumità dei cittadini.
Catania incerottata. Anche nella cultura. Nello Musumeci ha interrogato l’amministrazione circa i centri giovanili, una questione interessante per la quale è bene riportare tutta la dichiarazione dell’onorevole: ‹‹Nella primavere dello scorso anno questo consiglio venne impegnato a discutere e approvare anche col voto della destra un articolato regolamento relativo ai centri giovanili. Quel regolamento era finalizzato alla stipula di convenzioni con associazioni impegnati nel volontario giovanile, e prevedeva l’assegnazione di immobili del comune e che tuttavia non fossero particolarmente utili. Una iniziativa che poneva Catania all’avanguardia e che certamente era accompagnata da un condiviso senso di speranza e di fiducia. Ricordo anche che quel voto favorevole dell’aula venne seguito da una dichiarazione di intenti secondo la quale, entro qualche mese, sarebbe stato reso pubblico il bando per tentare di arrivare alla stipula di alcune convenzioni››. Musumeci ha concluso il suo intervento: non ci si è accorti che il bando è stato pubblicato, o ancora a distanza di un anno non si è fatto niente?
Ma non soffre solo la Catania giovane. Anche quella delle periferie. Agatino Tringale (Mpa) lo ha detto: dopo un primo momento di interesse, l’amministrazione è assente dalla riqualificazione della Pescheria. Che non è periferia, ma che sta ‘morendo’ comunque. E da Librino, dove l’unico competto di calcio è in uno stato di totale abbandono.
Soffre, infine, la Catania del lavoro. Puccio La Rosa (Fli) ha chiesto spiegazioni sul fondo efficienza servizi, dal quale vengono attinte le risorse per pagare, ad es., gli straordinari al personale. Solo che, attualmente, pare che il fondo non si attivo, dal momento che manca il bilancio del comune. ‘Pare’ non si attivo perché, ancora, ‘pare’ che gli straordinari degli impiegati del gabinetto del sindaco, invece, siano stati pagati, e quelli degli altri dipendenti no. E se il comparto pubblico non ride, piange quello privato. Rosario D’Agata (Pd) ha avuto naso fino, intervenendo in aula sullo stato dei lavoratori della Multiservizi-Dusmann. Manco un’ora dopo, infatti, i lavoratori occupavano la sede dell’azienda.
E, c’è da crederlo, questo sarà il tema delle prossime puntate.

Pubblicato il 15 aprile 2011 su www.cataniapolitica.it

Nessun commento: