"-E' come nelle grandi storie, padron Frodo, in quelle che contano davvero. Erano piene di oscurità e pericolo, e a volte non volevi nemmeno sapere come andavano a finire, perchè come poteva esserci un finale allegro? Come poteva il mondo tornare come prima dopo che erano successe tante cose brutte? Ma alla fine, era solo una cosa passeggera, quest'ombra. Anche l'oscurità deve finire. Arriverà un nuovo giorno, e quando il sole sorgerà, sarà ancora più luminoso. Quelle erano le storie che ti restavano dentro, che ti insegnavano qualcosa, anche se eri troppo piccolo per capire perchè. Ma credo, padron Frodo, di capire. Ora, so. I protagonisti di quelle storie avevano molte occasioni per tornare indietro, ma non l'hanno fatto. Sono andati avanti, perchè erano aggrappati a qualcosa. - Noi a cosa siamo aggrappati, Sam? - C'è ancora del buono a questo mondo, padron Frodo. Ed è giusto combattere per questo."
J.R.R. Tolkien, Il signore degli anelli.

8 febbraio 2011

2 ANNI, 6 MESI, 27 GIORNI



di Antonio G. Pesce- Consiglio comunale intenso ieri sera a Catania. In discussione un ordine del giorno che, se non verrà abortito, potrà rivoluzionare la città. Parola d’ordine: decentrare. Il fine? Quello di far funzionare meglio le municipalità, momento di unione tra il centro e la periferia.

Apre il dibattito Salvo Di Salvo (Mpa), ripercorrendo le tappe legislative a livello nazionale, e quelle politiche – e purtroppo assai spinose – della politica cittadina. “Dobbiamo dare dignità ai consiglieri e ai presidenti delle municipalità” ha affermato Di Salvo, che ha poi messo in rilievo come dal ‘centro’ di piazza Duomo non si colgano sempre bene i problemi del quartiere del Pigno, della Playa, di Librino, ecc. Rilievo su cui ha concordato Manlio Messina (Pdl), ricordando tra l’altro i suoi trascorsi di consigliere di circoscrizione. E soprattutto un incontro, un momento di discussione a palazzo Esa con gli onorevoli Pogliese, Leanza e lo stesso Di Salvo. Tuttavia, l’esponente del Pdl ha chiesto chiarezza: “Serve un progetto chiaro“. Sulla stessa linea anche il consigliere Francesco Montemagno (Misto/Api), che ha proposto una commissione tecnica, magari rivolgendosi a studiosi dell’ateneo catanese. E ha lanciato una ‘chiara’ accusa: le municipalità non sono state messe in condizione di funzionarie, e di far sentire la loro presenza in quartiere, perché considerate bacini di voti. E sono così diventate anche ‘centri di costi’.

Puccio La Rosa (Pdl-Sicilia/Fli) ha rimproverato la tardività del dibattito e l’evanescenza dello stesso, imputandoli all’amministrazione. E ha invitato il sindaco a farsi promotore della riforma, magari con una delibera nella quale sia chiaro il progetto di città della maggioranza. E sui tempi di assenza della questione del decentramento dal dibattito politico si sono soffermati pure Nello Musumeci (La Destra – Alleanza siciliana) e Rosario D’Agata (Pd). Musumeci, addirittura, lanciando il tormentone della serata (stilettata di cui il sindaco Stancanelli si è risentito, citandola continuamente nella sua replica): ‹‹2 anni, 6 mesi, 27 giorni››. Tanto è trascorso, ha dichiarato dell’ex presidente della provincia, perché l’amministrazione affrontasse la questione. “Forse perché non è una priorità del sindaco?”, si è chiesto ironicamente Musumeci, non limitandosi tuttavia alla sola invettiva. Per Musumeci bisogna ridurre i costi della politica: comincino i consiglieri comunali a dare l’esempio, riducendosi il gettone di presenza, e si continui riducendo il numero delle municipalità, passando dalle attuali dieci a cinque. Della stessa opinione D’Agata, che non ha mancato di far notare quelli che a suoi dire sono stati i risultati delle giunte di Enzo Bianco, vanificati da più di dieci anni di amministrazione di centrodestra. Su questo “bilancio” si è registrato, durante la replica di Stancanelli, un momento di forte polemica tra D’Agata e il sindaco, tanto che il presidente dell’assise cittadina, Consoli, ha dovuto richiamare più volte all’ordine il capogruppo Pd.

Tuttavia, secondo Stancanelli, il dibattito in aula – e su questo concorde è stato anche Vincenzo Castelli (Udc) – è stato caratterizzato dalla demagogia. Il primo cittadino non si attribuisce alcuna responsabilità, per esempio, se le deleghe concesse con un’ordinanza del 1995 non abbiano trovato concreta attuazione ancora dopo quindici anni. L’indirizzo dell’amministrazione, su questo punto, è chiara: le municipalità devono essere integrate nel lavoro di governo della città, non solo al fine di migliorane la vivibilità, ma anche per coadiuvare il lavoro dei principali organi. Stancanelli si è detto contento dell’ordine del giorno, respingendo l’accusa di indifferenza: più volte sindaco, presidenti e consiglieri di circoscrizione si sono incontrati in questi “2 anni, 6 mesi, 27 giorni“, anche in modo informale. Dunque, dire che l’amministrazione è stata assente circa i problemi dei quartieri non corrisponderebbe a verità. Infine, il sindaco ha auspicato che presto, in un tavolo tecnico, maggioranza ed opposizione possano riunirsi per ideare un concreto progetto di decentramento.


Pubblicato il 29 gennaio 2011 su www.cataniapolitica.it

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