"-E' come nelle grandi storie, padron Frodo, in quelle che contano davvero. Erano piene di oscurità e pericolo, e a volte non volevi nemmeno sapere come andavano a finire, perchè come poteva esserci un finale allegro? Come poteva il mondo tornare come prima dopo che erano successe tante cose brutte? Ma alla fine, era solo una cosa passeggera, quest'ombra. Anche l'oscurità deve finire. Arriverà un nuovo giorno, e quando il sole sorgerà, sarà ancora più luminoso. Quelle erano le storie che ti restavano dentro, che ti insegnavano qualcosa, anche se eri troppo piccolo per capire perchè. Ma credo, padron Frodo, di capire. Ora, so. I protagonisti di quelle storie avevano molte occasioni per tornare indietro, ma non l'hanno fatto. Sono andati avanti, perchè erano aggrappati a qualcosa. - Noi a cosa siamo aggrappati, Sam? - C'è ancora del buono a questo mondo, padron Frodo. Ed è giusto combattere per questo."
J.R.R. Tolkien, Il signore degli anelli.

26 luglio 2010

BERLUSCONI, DON VERZE' E IL DIO MAGGIORE




di Antonio G. Pesce-
Gli dèi pagani ritornano. Ritornano in tanti modi, ma uno è particolarmente evidente: l’arbitrarietà del loro volere. Non che il loro volere sia insondabile come quello del Dio di Abramo, che chiede al patriarca di sacrificargli il figlio Isacco. Il loro volere non sembra avere una ragione diversa dal capriccio. Gli dèi al mite Ettore preferiscono l’iracondo Achille, primo esempio di una storia scritta dalla mano del vincitore.

Barbara Berlusconi è questo: il pargolo preferito dagli dèi di un Olimpo che, personalmente, non ho mai condiviso, e che oggi pare deludere molti. Perché fintanto che si fa parte della cordata giusta, non si contano le osanna ad una cricca di bambinoni non ancora cresciuti, che si diletta a muovere i fili della vita dei mortali dall’alto della loro boria. Quando, però, le scelte si abbattono sul nostro destino, non c’è sacrificio che tenga, e i vili di ieri, che leccavano il piatto dei potenti, eccoli additare la bilancia della giustizia sulla quale non hanno mai pesato il valore del proprio agire.

Alla giovane Berlusconi è successo di laurearsi alla triennale a 26 anni. E di laurearsi in filosofia. E di laurearsi in una delle più esclusive università del paese. E che alla sua laurea, oltre al presidente suo padre, presenziasse il fondatore della medesima università, don Verzè. E succede che tra i poteri grassi che ungono la vita sociale di questo paese usi regalare cattedre accademiche: Barbara, giovane e carina figlia di un aitante produttore di carriere parlamentari, si è vista donare una cattedra (o forse solo promessa), impacchettata tra i frizzi e i lazzi del cerimoniale pagano della tronfia potestà nostrana. Senza averne il merito e le competenze, notano i più. In fin dei conti, quello che suo padre fa con i seggi del parlamento e del governo.

È l’Italia che sperimentiamo ogni giorno, l’Italia dei figli di un dio maggiore, che ex-machina entra nella trama della vita per mutarne le sorti e darle un senso già deciso da altri e in altri luoghi. Però, sul rettore dell’università Vita e Salute, don Luigi Verzè, sono piovute le bestemmie dei soliti magnaccia del pensiero, di chi accetta la prostituzione intellettuale purché ne abbia l’esclusiva gestione. Dimentichi che la giustizia alla quale così facilmente ci si appella, è qualcosa di più che un passatempo per annoiati collezionisti di belle intenzioni.

Don Verzè è un sacerdote atipico, e per questo è sempre stato apprezzato dal laicume che oggi lo mette alla berlina, solo perché qualche tempo addietro mostrò scarsa considerazione per l’azione della divina Provvidenza, vedendo un di lei uomo nel nostro goliardico presidente del consiglio. Don Verzè, da buon italiano, ha capito come gira l’Italia e si è semplicemente adeguato. Si è sempre adeguato dottrinariamente, tant’è che non si contano le sue uscite imbarazzanti per il magistero della Chiesa. Sì adeguò anni addietro, quando fondò un’università “cattolica”, affidando al laicissimo Cacciari la scelta del corpo docente della facoltà di filosofia. Vi furono chiamati ad insegnare tutti i più nominati scrittori di cose filosofiche, i quali godono, oltre che di un buon stipendio, di un’ampia visibilità mediatica e di canali editoriali preferenziali. Una facoltà – la stessa in cui si è laureata la Berlusconi – che mette tutti insieme, laici e cattolici, purché abbiano presenza scenica sul grande palco. Forse si fa un torto ad alcuni, ma nel mucchio, se si spara, si prendono più colpevoli che innocenti.

Fra le pie vergini del divino ostello che si sono viste macchiate l’onorabilità c’è Roberta De Monticelli, che al San Raffaele insegna etica della persona o qualcosa del genere. In una intervista prima, e dopo in una lettera al Corriere, nel nome della libertà (non è che potesse mancare il richiamo alla libertà! essere liberi ormai è divenuta la peggiore delle schiavitù), la De Monticelli rimprovera qualcosa a don Verzè. Ma non si capisce cosa. La signora dice, lascia intuire, ma non spiega. Fa, insomma, quello che l’intellettuale italiano fa da più di mezzo secolo a questa parte: riempirsi la bocca per mettere a posto la coscienza. Sparare a salve in prima linea, e cannonate in retrovia.

Perché se è il potere e la lordura del privilegio che la docente addita, allora forse avrebbe dovuto fare molto di più assai prima, quando accettò quel posto che, nella lettera, dipinge come una ‹‹privilegiata avventura››. Perché, alla fine, se scappa perfino dalla penna, la verità non può non essere presente alla coscienza. In fondo, molto più in fondo di quello strato che si indigna per i (veri o presunti) ‹‹privilegi›› della rampolla di una baronia poco amata, c’è ancora – lo dicono quelle due paroline della lettera – un brano dell’intimo che sa che buona parte dei propri allievi sono i figli dello stesso ‘show business’ che mantiene lei, i suoi colleghi, la bella prestanza mediatica dell’università in cui insegna e le concessioni di casta che la irritano. Nessun giovane che non abbia alle spalle tanti fogli bancari con tanti zeri scritti sopra, può accedere alla conoscenza di quei fogli che la De Monticelli & Co. spiegano nella facoltà– si legge ancora nella lettera della docente – ‹‹più viva e nuova dell’Università italiana, all’interno di un Ateneo che anche per le altre Facoltà non ha bisogno di presentazioni››.

Nulla di nuovo, dunque, sotto il sole del San Raffaele. Quanto accaduto in quella seduta di laurea è solo più ‹‹eclatante›› di ciò che capita ad ogni inizio anno, nel momento delle immatricolazioni: alcuni possono – e possono i figli del dio maggiore. E siccome questa divinità è data da un comparativo di maggioranza, non stupisce che ne spunti una sempre superiore. Barbara ha avuto, in grado maggiore, quello che altri hanno in grado minore.

Poi, ci sono gli altri, quelli che non hanno più nulla, quelli per cui il dio non suda – quelli che si sono visti tagliati le borse per il diritto allo studio, gli assegni per la ricerca, i concorsi per la stabilizzazione. Da un governo forse non amico alla De Monticelli, ma in un’epoca e in uno spazio geografico attiguo a quelli in cui la signora si dilettava a fare la filosofa.



Pubblicato su www.cataniapolitica.it il 24 luglio 2010

2 commenti:

Piero ha detto...

per Berlusconi e Don Verzè Dio non esiste

Tman ha detto...

Basterebbe vedere che tutti parecchi esponenti del PD in Toscana sono framassoni.
http://www.senzasoste.it/politica/i-massoni-di-sinistra-nelle-logge-sono-4mila-toscana-record-di-affiliati

E che il simbolo della Falce e Martello è massone.

Un'accurata ricerca darebbe notizia del fatto Berlinguer era capo massone della Gran Loggia di Sassari.

Come al solito vediamo il "male" solo da una parte: quella che ci indica il Partito. Un sistema orwelliano (Con il 1984 Orwell cirticò il COMUNISMO nascente in Russia) che garantisce di scaricare le proprie "colpe" sugli avversari.

Ecco quindi che si manifesta per la Pace solo controle guerre che fanno interesse mediatico (invece per la Cina che invade il Tibet nessuno dice nulla).

Berlusconi è massone. Ma non lo erano anche M.Costanzo e altri?

Qui chi sta indicando mi sa che non ha le idee molto chiare. Soprattuto sulla massoneria.