"-E' come nelle grandi storie, padron Frodo, in quelle che contano davvero. Erano piene di oscurità e pericolo, e a volte non volevi nemmeno sapere come andavano a finire, perchè come poteva esserci un finale allegro? Come poteva il mondo tornare come prima dopo che erano successe tante cose brutte? Ma alla fine, era solo una cosa passeggera, quest'ombra. Anche l'oscurità deve finire. Arriverà un nuovo giorno, e quando il sole sorgerà, sarà ancora più luminoso. Quelle erano le storie che ti restavano dentro, che ti insegnavano qualcosa, anche se eri troppo piccolo per capire perchè. Ma credo, padron Frodo, di capire. Ora, so. I protagonisti di quelle storie avevano molte occasioni per tornare indietro, ma non l'hanno fatto. Sono andati avanti, perchè erano aggrappati a qualcosa. - Noi a cosa siamo aggrappati, Sam? - C'è ancora del buono a questo mondo, padron Frodo. Ed è giusto combattere per questo."
J.R.R. Tolkien, Il signore degli anelli.

17 ottobre 2011

Oltre Lombardo. Il Pd siciliano ha uno straccio di idea?

Oltre Lombardo. Il Pd siciliano ha uno straccio di idea? 

di Antonio G. Pesce - Nell’Italia di questa meschina guerra civile, combattuta a colpi di proclami, mentre offriamo alla speculazione gli ultimi brani della ricchezza prodotta dai nostri nonni, forse il ragionamento che segue potrà sembrare ambiguo. E forse perfino schierato: si sa, non basta riconoscere al politico un ruolo. Bisogna riconoscergli il ruolo che egli vuole riconosciuto. Però, il discorso va fatto. Anche se toccherà la sempre scontrosa sinistra – perfino quella catanese, che non accetta critiche e dispensa patentini di neutralità a chi più le aggrada.
Seguite il ragionamento. Finché ci sarà libertà di esprimere le proprie convinzioni, ci sarà sempre qualcuno che avrà idee diverse dalle nostre. Si può sdegnare chi non mette la croce sul simbolo da noi prescelto, ma rimane un fatto che ci saranno opinioni discordanti su chi e come amministrare un paesino, una città, una regione, un’intera nazione. Davanti a questo fatto, ci si può denigrare a vicenda, sperando che una punizione divina si abbatta su chi la pensa diversamente. O ci si può accettare nel confronto politico, facendo leva su regole condivise. Solitamente, questo confronto con l’ ‘altro’ porta ad un miglioramento delle posizioni iniziali, perché ci si sprona a vicenda e a vicenda ci si controlla.
Dunque, quali che siano le posizioni di ciascuno, si ha di che sperare se ci s’incontra in una posizione distinta dalla propria ma seria. Ora chiediamoci: la Sicilia ha bisogna di una sinistra? Ovviamente sì. Non solo per l’economia di ogni sistema liberale, ma soprattutto perché c’è bisogno, in questo momento, che diverse soluzioni vengano messe sul tavolo, per uscire dall’impasse in cui ci troviamo. Non abbiamo alcun futuro scritto, e ben che meno nei taccuini di questi allibratori telematici, che declassano terre e popoli che non hanno mai visto. Possiamo essere quel che decidiamo di essere.
Forse domandarlo farà imbestialire il Pd, ma qualcuno ci sta capendo qualcosa della guerra fratricida all’interno del partito? E poi per cosa? Per una alleanza. Gentilmente, qualcuno potrebbe avvisarli che non vinceranno le prossime amministrative (e neppure le politiche), se non proponendo qualcosa di più solido di un mero accordo tra forze politiche (considerata poi la scarsa simpatia che queste suscitano….)?
La Sicilia non ha bisogno di alleanze. La Sicilia ha bisogno che qualcuno le prospetti un futuro. Che per ora nessuno ha. Il Pd ce l’ha questo futuro? Piuttosto che dirci perché sì all’accordo con Lombardo o perché no, dovrebbe dirci cosa pensi su: 1) ristrutturazione/ricostruzione dell’apparato (pachidermico) amministrativo della Regione; 2) rilancio economico; 3) infrastrutture; 4) servizi alla persona.
Andiamo con ordine. Centinai di migliaia fuggono al Nord, la nostra bella isola rischia di spopolarsi, mentre altri vengono assunti dall’unico ufficio di collocamento funzionante: questo posto ‘politico’ in strutture burocratiche sempre più obese è ciò che più spinge a lasciare la Sicilia – l’ingiustizia eretta a sistema lavorativo, che non la fame di lavoro vera e propria. Ma questo è un nervo scoperto: il Pd come pensa di affrontare la questione? E che pensa di una terra, dove anche quel poco che c’è, sbaracca dall’oggi al domani, lasciando intere famiglie sull’orlo del baratro? E le infrastrutture? Se ne incominciamo a parlare, nasceranno certamente contenziosi, perfino di carattere ideologico. Qualcuno, per esempio, dovrebbe dire come collegare la Sicilia al resto della nazione in un modo più veloce dei carretti marittimi oggi funzionanti. Infine, sanità e scuola: siamo con le pezze nel deretano. D’accordo, colpa del governo. Ma intanto come si pensa di fronteggiare la marea montante? E quando arrivasse un governo più sensibile, dal momento che non è credibile che abbia la bacchetta magica e la stamperia a flusso continuo di danaro, quali le priorità? Quale metodo di razionalizzazione?
Per un partito riformista queste non sono quisquilie. Lo sono – dovrebbero esserlo – le alleanze.

Pubblicato su Catania Politica il 5 ottobre 2011

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