"-E' come nelle grandi storie, padron Frodo, in quelle che contano davvero. Erano piene di oscurità e pericolo, e a volte non volevi nemmeno sapere come andavano a finire, perchè come poteva esserci un finale allegro? Come poteva il mondo tornare come prima dopo che erano successe tante cose brutte? Ma alla fine, era solo una cosa passeggera, quest'ombra. Anche l'oscurità deve finire. Arriverà un nuovo giorno, e quando il sole sorgerà, sarà ancora più luminoso. Quelle erano le storie che ti restavano dentro, che ti insegnavano qualcosa, anche se eri troppo piccolo per capire perchè. Ma credo, padron Frodo, di capire. Ora, so. I protagonisti di quelle storie avevano molte occasioni per tornare indietro, ma non l'hanno fatto. Sono andati avanti, perchè erano aggrappati a qualcosa. - Noi a cosa siamo aggrappati, Sam? - C'è ancora del buono a questo mondo, padron Frodo. Ed è giusto combattere per questo."
J.R.R. Tolkien, Il signore degli anelli.

28 ottobre 2011

Consiglio "sociale" a Catania

Consiglio “sociale”
di Antonio G. Pesce – Ieri sera in Consiglio comunale l’assessore alla famiglia e alle politiche sociale, il prof. Carlo Pennisi, ha descritto il progetto di riordino del servizi sociali catanesi. Davanti ad un consesso non molto numeroso – hai voglia ad aspettarlo! – ma comunque assai attento, Pennisi ha ricordato, innanzi tutto, lo stato dell’assessorato al momento dell’incarico, quando ‹‹la direzione mostrava parecchie difficoltà sotto molteplici punti di vista››: dall’organizzazione del lavoro ai servizi offerti, dal coordinamento dei vari centri territoriali alle diverse responsabilità. Duecentoventi dipendenti (metà dei quali dislocati sul territorio) e fondi complessivi per quasi cinquanta milioni di euro: i numeri, insomma, di una enorme macchina burocratica, non sempre efficiente, e assai difficile da gestire.
‹‹Ho accettato l’incarico offertomi dal sindaco per senso civico›› ha dichiarato Pennisi, ed ha poi precisato che il modello di riordino dei servizi dovrà seguire le peculiarità del tessuto sociale catanese e le specifiche esigenze di bilancio dell’ente: dunque non un modello astratto, ma tagliato su misura della realtà cittadina. Questo al fine di raggiungere quattro obiettivi. Innanzi tutto, rendere i servizi più vicini alla famiglia, ottimizzando le risorse in un contesto nel quale vanno decrescendo, mentre aumentano i bisogni. È a questo punto che Pennisi traccia la linea che l’amministrazione vorrebbe seguire: un servizio alla persona, senza che si trasformi in ‹‹dote›› per chi lo riceve e per l’ente che lo eroga. Valorizzare il ruolo dei privati e semplificare e unificare i procedimenti, infine, gli altri obiettivi da perseguire.
Un punto, però, non può passare inosservato: Pennisi afferma che l’amministrazione può fare tanto sì, per valorizzare quello che fa (e deve fare) la Regione.
‹‹Bisogna potenziare il governo dei servizi per uscire dalla frammentarietà degli inteventi – ha concluso Pennisi – per approntare ad un modello unitario di programmazione, che si rifletta su ciascuna area dei servizi e sia da orientamento per la loro territorializzazione››.
A voler leggere tra le righe della lunghissima relazione, si potrebbe avere l’impressione che, più volte, l’assessore abbia tirato in ballo la Regione, quasi a dire che, in fin dei conti, quello che l’ente comunale fa è quel che può fare con i fondi che arrivano
Ma sarà, di certo, un’impressione.


Pubblicato il 25 ottobre 2011 su Catania Politica

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