
di Antonio G. Pesce - Comincia sotto un sole che picchia l’assemblea dell’Mpa. Finirà anche peggio, in un ingorgo nel quale balneari ed autonomisti si malediranno vicendevolmente, con i primi troppo stanchi per aspettare, e i secondi ancora galvanizzati da un Lombardo in grande spolvero, tanto grande da perderci pure la lena.

Le gradinate sono divisi a settore. ‹‹Proprio questo ha frenato in molti. Non ci fossero state, saremmo stati molti di più. Non tutti hanno voglia di esporsi››: piccole frasi carpite. Chiediamo spiegazioni. I settori degli spalti sono assegnati ad onorevoli e senatori: ognuno si porta i suoi. Correnti insomma? ‹‹Non c’è nulla di male – ci si risponde – da noi sono alla luce del sole. Ma così non si può andare avanti. Perché? Perché il cretino troppo zelante, più realista del re, lo trovi, e ti crea problemi. Una corrente è una corrente. C’è chi la scambia davvero per tutto il fiume››. Metafora azzeccata: arriva un fiume di persone. Poi, ci sono quelli che amano distinguersi: da Mazara del Vallo un pullman di magliette gialle. Sembrano giapponesi in gita (stesso ordine, stessa quantità). Dentro al Palaghiaccio non si sta male: ci si guarda in faccia, e si ringrazia per l’areazione.

Ecco Mimmo Galvagno, capogruppo al Consiglio provinciale. Gli passa accanto Salvo Di Salvo, capogruppo in quello comunale. Quello che capiamo distintamente è lo sfottò: ‹‹Tocca a me, per rispetto istituzionale e anagrafico››. Galvagno non gradisce il rispetto anagrafico: tanto valeva tenersi pure quello istituzionale. Gli amici, tutt’intorno, ridono, mentre vediamo passare l’on. Lino Leanza. C’è anche un gruppetto attorno al sen. Vincenzo Oliva: domenica si prenderà il ringraziamento di Lombardo per il lavoro svolto come coordinatore e l’applauso del palazzetto. Con lui, l’on. Arena e Giampiero Musumeci, il candidato a sindaco autonomista nell’ultima tornata elettorale a Ramacca. Intanto Alessandro Porto, consigliere comunale etneo, in maniche di camicia offre caffè al bar.

Domenica è anche peggio. I lavori iniziano anche un po’ più tardi, a causa di un incidente in tangenziale, che paralizza il traffico di mezza provincia. È il giorno dei big. C’è lo spazio per un simpatico siparietto tra Giuseppe Compagnone, sindaco di Grammichele o, come egli scherzosamente dice, di ‹‹Betlemme››, e Pippo Reina che lo invita a lasciare il palco, ancora in saldo possesso del sindaco dopo dieci minuti (tre sarebbe quello regolamentari). E, soprattutto, per ammirare dal vivo Maria Grazia Cucinotta.

Sarà anche infastidito dai cori da stadio, che a volte lo soverchiano. Ma Lombardo l’arma ce l’ha lì, a portata di mano: il partito. Magari non proprio novecentesco. Di certo, però, non liquido. I ‘liquidi’ è tutto grasso che cola o che colerà da qui a poco. Voti in uscita. Che Lombardo sa di poter intercettare, non appena tutti quei giovani – e ci sono – si saranno mossi. La naturale evoluzione ha mediamente 25 anni. Il Lombardo del futuro non ha ancora neppure la barba.
foto di Orazio Di Mauro
Pubblicato il 27 giugno 2011 su Catania Politica
Nessun commento:
Posta un commento