"-E' come nelle grandi storie, padron Frodo, in quelle che contano davvero. Erano piene di oscurità e pericolo, e a volte non volevi nemmeno sapere come andavano a finire, perchè come poteva esserci un finale allegro? Come poteva il mondo tornare come prima dopo che erano successe tante cose brutte? Ma alla fine, era solo una cosa passeggera, quest'ombra. Anche l'oscurità deve finire. Arriverà un nuovo giorno, e quando il sole sorgerà, sarà ancora più luminoso. Quelle erano le storie che ti restavano dentro, che ti insegnavano qualcosa, anche se eri troppo piccolo per capire perchè. Ma credo, padron Frodo, di capire. Ora, so. I protagonisti di quelle storie avevano molte occasioni per tornare indietro, ma non l'hanno fatto. Sono andati avanti, perchè erano aggrappati a qualcosa. - Noi a cosa siamo aggrappati, Sam? - C'è ancora del buono a questo mondo, padron Frodo. Ed è giusto combattere per questo."
J.R.R. Tolkien, Il signore degli anelli.

29 giugno 2011

Consiglio comunale di Catania alla Full Metal Jacket

Consiglio alla Full Metal Jacket 


di Antonio G. Pesce - Trincea a Palazzo d’Elefanti. Truppe schierate – si rivedono volti di passato eroismo richiamati in prima linea dalla necessità del momento. Si discute dell’aumento della tassa della spazzatura e di quella della corrente elettrica. In aula anche Lanfranco Zappalà (Pd), presentatosi con un occhio bendato da una vistosa medicazione. Una scheggia di mortaio, un colpo preliminare sparato dal Pdl Manlio Messina (notoriamente poco attratto dalle cravatte del piddino) o del capogruppo Pdl Santagati? Una spina nel bulbo oculare parrebbe. Il referto medico non è ancora stato diramato dall’ufficiale medico, e si deve scrivere la cronaca dell’ultima seduta consiliare (dunque, il lettore si accontenti delle pur scarse informazioni pervenute).
Il campo pare minato. Estate afosa? Innanzitutto intossicata. Il tasso di ozono nell’aria è più alto del dovuto, e il caldo farà tra poco la sua parte. I catanesi attaccati con (le proprie) armi chimiche, frattanto che la città si svuoterà, e i meno coraggiosi andranno a riparare sulla costa, lasciando soli gli anziani in battaglia. Gemma Lo Presti (La Destra), crocerossina, chiede se l’anagrafe delle fragilità sociali sia davvero così poco aggiornata come voci di retrovia (leggi corridoio) parrebbero confermare. Dannazione: come possiamo vincere la guerra, se non abbiamo una buona infermeria? Rosario D’Agata (Pd) ci mette il carico: se è per questo, non abbiamo neppure un buon dispiegamento di forze per affrontare la disoccupazione e la ‘malura’ che avanzano con le loro truppe cammellate. Del piano commerciale non si sa nulla, se non che il comune di Catania è stato commissariato. La regione – dice D’Agata – ama commissariare spesso, e in questo caso il commissario del ‘popolo’ è un signore sicuramente perbene, ma che fa il consigliere comunale nella vicina Misterbianco. Insomma, non il tenentino di West Point messo in prima fila ‹‹con un corso rapido›› di amministrazione, ma un sergente a cui hanno dato il comando di una divisione corazzata. Senza i tank del commercio, la guerra è persa. Già, dice la vestale Valeria Sudano (Pid) di nero vestita, ma non erano pronti 5 o 6 regolamenti per le attività commerciali in città (chioschi, edicole, ecc ecc)?
E come rispondiamo alle controdeduzione di Stella Polare (chiede Puccio La Rosa di Fli)? ‹‹Non possiamo andare avanti con interventi tampone›› afferma Alessadro Messina (Misto). Il quale, tra l’altro, chiede se tutti stiano lavorando per la vittoria. Teme qualche imboscato in fureria. Come il consulente del sindaco, l’ing. Sanfilippo, pagato con 36 mila euro. ‹‹Non oso chiedere quanto guadagni ora che è capo di gabinetto››. Manlio Messina (PdL), infine, teme lo sbando dell’ordine: le truppe si sollazzano facilmente con le schiere di prostitute che stanno invadendo perfino le vie principali.
Lo stato maggiore è nervoso. Si parla. Ci si interrompe. Il sergente Marco Consoli cerca di serrare le fila, ma è difficile questa sera (mai stato facile, del resto: nessuno è remissivo come Palla di Lardo). Prendono la parola gli strateghi del Pentagono nostrano, ed è un piangere miseria continuo. Parte l’ass. Massimo Pesce. I vigili urbani fanno quel che possono, ma non sono abbastanza per controllare ogni parte delle mura: si capisce che l’abusivismo commerciale sfondi da qualche parte. Sotto controllo ormai appare il Lungomare, via Teocrito e anche in via Etnea. Si deve far di più al corso Sicilia. E anche per la prostituzione: o si interviene con un coordinamento delle forse di polizia, o siamo fritti. Franz Cannizzo, assessore con delega al commercio, tra gli strateghi è quello più sotto accusa, e spiega i danni che l’abusivismo produce al tessuto produttivo della città. E ricorda con quanta facilità è stato tollerato negli anni passati. Insomma: si credevano quelle motoapi e bancherelle quattro ascari, e invece è l’Armata Rossa che, in nome dei bisogni del subproletariato abusivo, ha invaso le strade. Che l’ass. Torrisi garantisce essere pulite, nonostante i dubbi di Manfredi Zammataro (La Destra), soprattutto per quanto riguarda quelle delle retrovie (Librino).
Sono ancora, però, quisquiglie. Piccole scaramucce logistiche. Si va alla conta sulle strategie serie. Passiamo alla Tarsu. Passiamo all’accise per l’elettricità.
Toh, dice D’Agata (Pd), l’uomo delle ‘pregiudiziali’: stiamo andando a legna senza corda. Mancano in aula i revisori dei conti. Insomma, bisogna spostare truppe senza però avere le indicazione dei cartografi: quali le coordinate? Il presidente Consoli cerca di capire dove si siano andati a ficcarsi i signori ragionieri. Sabotaggio? Anche Salvo Di Salvo (Mpa) lo dice: pregiudiziale.
La pregiudiziale passa. L’assalto ai problemi della città rinviato. Gli ufficiali lasciano il consiglio. Nella smobilitazione totale dell’aula, si vede Marco Consoli urlare al cellulare. Un cazziatone, che difficilmente farà rimpiangere quelli del sergente istruttore Hartman.


Pubblicato il 28 giugno 2011 su Catania Politica

Nessun commento: