"-E' come nelle grandi storie, padron Frodo, in quelle che contano davvero. Erano piene di oscurità e pericolo, e a volte non volevi nemmeno sapere come andavano a finire, perchè come poteva esserci un finale allegro? Come poteva il mondo tornare come prima dopo che erano successe tante cose brutte? Ma alla fine, era solo una cosa passeggera, quest'ombra. Anche l'oscurità deve finire. Arriverà un nuovo giorno, e quando il sole sorgerà, sarà ancora più luminoso. Quelle erano le storie che ti restavano dentro, che ti insegnavano qualcosa, anche se eri troppo piccolo per capire perchè. Ma credo, padron Frodo, di capire. Ora, so. I protagonisti di quelle storie avevano molte occasioni per tornare indietro, ma non l'hanno fatto. Sono andati avanti, perchè erano aggrappati a qualcosa. - Noi a cosa siamo aggrappati, Sam? - C'è ancora del buono a questo mondo, padron Frodo. Ed è giusto combattere per questo."
J.R.R. Tolkien, Il signore degli anelli.

10 giugno 2011

La sponda destra di Lombardo

La sponda destra di Lombardo 


di Antonio G. Pesce - Si sapeva che sarebbe durato da Natale a santo Stefano. Questo matrimonio tra Mpa e Pd non doveva neppure esserci. Ha messo in minoranza quelli che erano maggioranza. Ha unito ciò che altri ritenevano troppo distante. Ha tentato, soprattutto, di governare una situazione sociale ed economica disastrosa, e sta finendo con risultati che si vedono stentatamente. Non stupisce che ci siano segnali di retromarcia.
Lombardo sapeva che sarebbe stata, con buona pace di Mogol e Battisti, soltanto ‹‹un’avventura››. Per carità, in politica capita che le cose, nate in un verso, muoiano in un altro. E succede pure che, nelle scelte, ci sia una buona fetta di improvvisazione. Lasciamo ai ‘complottisti’ l’idea (insulsa) che la vita degli uomini e dei popoli sia perfettamente pianificabile. L’imprevisto c’è. La vita è fatta di imprevisti. Ma si sapeva che non poteva durare. Lombardo, esperto, voleva qualcuno che gli reggesse il moccolo, dopo le battaglie intestine alla maggioranza col Pdl. L’ha trovato nel Pd, che non si sa bene che c’abbia guadagnato.
Si sa che non può durare. A settembre, tra referendum interno e discussioni, il Pd cambierà strategia in Sicilia. Anche perché, dopo i ben noti fatti giudiziari che vedono coinvolto il leader dell’Mpa, una ‘grossa coalizione’ con tutta la sinistra è impossibile. Moralisti a Roma, e libertini in Sicilia va bene in periodo di pace. In una battaglia elettorale non sarebbero esclusi colpi. E allora il ‘caso Lombardo’ sarebbe imbarazzante.
Così, Lombardo gioca d’anticipo (la sua arma migliore – onore al merito!). ‹‹Credo che con posizioni come quella di Orlando la gente ci volgerebbe le spalle – scrive il presidente – A ritrovarsi con questa gente, all’interno della causa autonomistica, l’unica che possa servire per governare e tirar fuori dalle secche la nostra terra e i nostri figli, credo possa essere solo una infima minoranza››. Nello stesso giorno, fuochi d’artificio all’interno del partito, con tanto di dichiarazioni da parte di Francesco Musotto e Roberto Di Mauro, beneauguranti a Micciché per lo strappo del suo Fds nel parlamento romano. Tutto questo, mentre a Vittoria gli autonomisti, che presentavano Francesco Aiello, appoggeranno Carmelo Incardona del Pdl, dandogli la possibilità di raggiungere (e superare probabilmente) il sindaco uscente, Giuseppe Nicosia, del Pd.
La ruota, del resto, pare giri a suo favore. Se non arrivano guai (giudiziari) più grossi, Lombardo potrà avere più d’una carta da giocare. Il Pdl in Sicilia deve ancora capire i risvolti della nomina di Angelino Alfano a coordinatore unico del partito nazionale. Fds si scuote e pare non volersi intruppare. Micciché è uno che la guerra al duo Castiglione-Firrarello (non proprio amici del governatore siciliano) l’ha portata fino a Catania in occasione delle scorse elezioni regionali, appoggiando alcuni candidati e andando alla conta. Inoltre, il tempo è quello delle vacche magre, e dopo lo scossone milanese davvero Berlusconi non potrà fare lo schizzinoso e tenere fuori l’Mpa da una possibile coalizione.
Con una dichiarazione sul suo blog (uno dei pochi sempre aggiornati), Lombardo ha fatto fuori il Pd, chiudendo ad ogni possibile intesa con Orlando, e dunque con l’Italia dei Valori. Ora, dopo la deludente prova del Terzo polo, attendiamo lo scaricamento di Casini e Fini. Lombardo il suo pragmatismo lo sa far fruttare…

Pubblicato il 9 giugno 2011 su CataniaPolitica 

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