"-E' come nelle grandi storie, padron Frodo, in quelle che contano davvero. Erano piene di oscurità e pericolo, e a volte non volevi nemmeno sapere come andavano a finire, perchè come poteva esserci un finale allegro? Come poteva il mondo tornare come prima dopo che erano successe tante cose brutte? Ma alla fine, era solo una cosa passeggera, quest'ombra. Anche l'oscurità deve finire. Arriverà un nuovo giorno, e quando il sole sorgerà, sarà ancora più luminoso. Quelle erano le storie che ti restavano dentro, che ti insegnavano qualcosa, anche se eri troppo piccolo per capire perchè. Ma credo, padron Frodo, di capire. Ora, so. I protagonisti di quelle storie avevano molte occasioni per tornare indietro, ma non l'hanno fatto. Sono andati avanti, perchè erano aggrappati a qualcosa. - Noi a cosa siamo aggrappati, Sam? - C'è ancora del buono a questo mondo, padron Frodo. Ed è giusto combattere per questo."
J.R.R. Tolkien, Il signore degli anelli.

14 marzo 2010

IN PIAZZA SENZA NUMERI E IDEE

di Antonio G. Pesce- Ci sono molte opinioni su come siamo messi. Ma non c’è da credere molto bene, se l’unico commento azzeccato sulla manifestazione “viola” di ieri l’ha fatta l’on. Calderoli. Secondo il quale l’opposizione manifesta e non sa neppure il perché. ‹‹Forse perché non hanno altri argomenti da proporre in campagna elettorale››, ha aggiunto. E mentre la piazza di sinistra miagola, i candidati presidenti della Lega fanno proseliti dal web ai paesini. Mobilitando una vasta rete di idee e di valori – pensiamo a Cota e ai suoi impegni in difesa della vita – che alla fine potrebbe ambire a molto più che ad un’ottima affermazioni in regioni date per blindate all’opposizione.

Il raduno del mondo antiberlusconiano è stato un fallimento. Non c’era nemmeno la somma algebrica dei dirigenti dei partiti aderenti. Venticinque mila presenze sono davvero pochine, soprattutto per una democrazia plebiscitaria come la nostra, nella quale ormai si contano solo le teste, a prescindere dalla qualità delle teste medesime. Il giovane criceto che hanno fatto giocherellare ventiquattrore su ventiquattro davanti a decine di telecamere, chiuso in una casa con altrettanti animaletti per compagnia, ha avuto più telespettatori, che partecipanti la novella resistenza di allarmati supereroi in lutto perenne per la nostra democrazia.

E poi, l’emaciata e angustiata compagine ha destato ricordi davvero poco preoccupanti: chi non rammenta i pasticci, le diatribe quando quella stessa accozzaglia di partitelli che vuole difenderci dal lupo cattivo era al governo della nazione? Se è questa unione l’asso nella manica per battere Berlusconi e quello che rimane del Pdl, allora era meglio calarlo dopo le elezioni. Chi vede carte del genere, si alza dal tavolo prima ancora di sedervisi.

Il risultato è quello che, in poche parole, ha descritto Casini: un regalo ad un governo, che ancora non si è mosso dai blocchi di partenza di due anni fa. E – quel che è peggio – neppure il paese che gli è stato affidato. Il regalo ad una maggioranza, che può ora ergersi a garante dell’onorabilità del presidente della Repubblica, solo perché ha trovato tra i piazzaioli chi l’offende più di quanto abbia fatto essa stessa. Il presidente del consiglio si è limitato a dire quello che era sotto gli occhi di tutti, e cioè che tra lui e Napolitano c’è profonda ‹‹differenza di vedute››. Antonio Di Pietro ne ha chiesto, addirittura, la messa in stato d’accusa.

Bersani è persona seria. L’unico a dire che questa nazione la democrazia ce l’ha, ma rischia di non aver più né la voglia né i soldi per permettersela. Ai comunisti di una volta si possono rimproverare tante cose, ma non di non saper come si faccia politica. Parlare allo stomaco della gente, della disoccupazione che non si arresta e del futuro che non c’è: il resto – Bersani lo sa benissimo – verrà col tempo. Il problema, però, è che il segretario del Pd non ha spazio di manovra: da quelle parti si vive alla giornata, e chi vive senza progetti ha bisogno di far cassa subito. Già dalle prossime elezioni regionali. Non esserci avrebbe significato settimane di polemiche. Esserci stato potrebbe significare altri mesi di opposizione grigia. Perché solo chi governa ha tutto l’interesse a che il rumore della strada copra il silenzio ozioso delle alte stanze.

Paradossale momento questo per l’Italia, durante il quale a far attenzione alle parole deve essere proprio chi, storicamente, ne ha sprecate di più.


Pubblicato su www.cataniapolitica.it il 14 marzo 2010.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

ma che piazza hai visto??? i numeri come ben sai nn sono una opinione.
forse ti sei sbagliato con la piazza farnese della polverini dove c'erano solo i gatti che amoreggiavano con i cani

Antonio G. Pesce ha detto...

Io non ho visto alcuna piazza, caro Anonimo. Da sempre mi fido dell'opinione della questura. Contesta, solitamente, a destra, sinistra, centro....