"-E' come nelle grandi storie, padron Frodo, in quelle che contano davvero. Erano piene di oscurità e pericolo, e a volte non volevi nemmeno sapere come andavano a finire, perchè come poteva esserci un finale allegro? Come poteva il mondo tornare come prima dopo che erano successe tante cose brutte? Ma alla fine, era solo una cosa passeggera, quest'ombra. Anche l'oscurità deve finire. Arriverà un nuovo giorno, e quando il sole sorgerà, sarà ancora più luminoso. Quelle erano le storie che ti restavano dentro, che ti insegnavano qualcosa, anche se eri troppo piccolo per capire perchè. Ma credo, padron Frodo, di capire. Ora, so. I protagonisti di quelle storie avevano molte occasioni per tornare indietro, ma non l'hanno fatto. Sono andati avanti, perchè erano aggrappati a qualcosa. - Noi a cosa siamo aggrappati, Sam? - C'è ancora del buono a questo mondo, padron Frodo. Ed è giusto combattere per questo."
J.R.R. Tolkien, Il signore degli anelli.

11 marzo 2010

SCUOLA: LA LEGA NORD CONTRO I DOCENTI DEL SUD

di Antonio G. Pesce- Via i “terroni” dalle scuole. Nell’estate del 2008 Bossi lanciò i suoi strali contro i meridionali che insegnano al Nord perché rei -a suo dire- di togliere posti di lavoro alla gente del luogo, e chiese la regionalizzazione delle assunzioni. Qualcuno, allora, malignò che si trattasse di uno sfogo per l’ennesima bocciatura del figlio Renzo, oggi candidato per la Lega a consigliere regionale in Lombardia, ma per tre volte respinto alla maturità. Tuttavia, l’invettiva trovò eco nel ministro dell’Istruzione Mariastella Gelmini, che subito si dichiarò favorevole a discutere forme di assunzione che legassero di più il docente al territorio, motivando la propria posizione però con la più “politicamente corretta” intenzione di assicurare agli studenti la continuità didattica necessaria per una carriera scolastica proficua.
Posizione, quella della Gelmini, forse assunta per compiacenza verso il collega che non per propria incompetenza sull’argomento: sta di fatto che ad appena un anno da quella polemica la signora ministro è stata smentita dalla Fondazione Agnelli. Una ricerca finanziata dall’ente privato torinese ha dimostrato che le richieste di trasferimento dal Nord al Sud del Paese sono appena il 2,5 % del totale, e solo lo 0,6 viene accettato. Il resto, trattandosi di richieste di spostamenti da una provincia all’altra, è possibile sia dovuto a docenti che vorrebbero avvicinarsi a casa.
Sembrava, dunque, che i dati raccolti da un ente per nulla statalista, avessero posto fine a una polemica francamente poco degna della tradizione culturale italiana, e dei dibattiti sul mondo dell’istruzione che investono le altre nazioni europee e no. Eppure, al sole della campagna elettorale ci si riscalda facilmente, non solo in estate. E così nel Veneto dove la Lega Nord si appresterebbe a fare il botto alla prossime regionali, si ripropone l’annosa questione. Con una interrogazione presentata il 21 gennaio 2010 a firma dei consiglieri regionali Ciambetti e Meggiolaro, si chiede alla giunta se non ritenga di doversi impegnare per chiedere al ministro la regionalizzazione delle assunzioni. A far scatenare l’ira dei due leghisti è stata la notizia, appresa da organi di stampa, dell’assenza al rientro dalle ferie di 18 insegnanti e 5 bidelli negli istituti scolastici di Montecchio Maggiore (VI), assenza motivata con malattia.
Nell'interrogazione, tuttavia, non si specificava l’origine etnica del personale assente. Più precisione, invece, si riscontra nell’interpellanza n. 97, presentata il 22 febbraio dal solo Ciambetti che, urtato dalle assenze per malattia all’indomani delle ‹‹feste carnevalesche››, assicura che si trattava di docenti ‹‹residenti nel mezzogiorno ma con cattedra nel vicentino››.
La giunta, per ora, non ha risposto, anche perché in quei mesti si è discusso su chi avesse dovuto essere il candidato del centrodestra alle regionali di marzo. Scelta caduta, come è noto, sul legista Zaia, ora ministro delle politiche agricole.
Il problema è, obiettivamente, assai serio. Nella scuola italiana si registra un calo della professionalità del corpo docente, che difficilmente potrà essere sanato con i tagli voluti dal governo nel quale la Lega Nord pare essere, ormai, l’asso pigliatutto. Degrado che, chi lo vive e lo combatte, garantisce non potersi “regionalizzare”. Ma resta l’amaro in bocca per una vicenda così seria, affrontata in modo così affrettato e propagandistico: mentre gli altri paesi europei investono risorse economiche ingenti per attrarre intellettuali, scienziati, tecnici da tutto il mondo, l’Italia non solo non è capace di attrarre “cervelli” stranieri, ma non sa neppure trattenere i propri. E, ora, pare voler mettere a quelli che rimangono il bollino di provenienza, come per le banane, le caciotte e i salumi.


Pubblicato su www.cataniapolitica.it il 9 marzo 2010

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