
di Antonio G. Pesce - Problema Servizi sociali. Credeteci. E un piccolo colpo di scena. Saro D’Agata (Pd) forse ha intuito qualcosa che noi non sappiamo? Intanto, ha chiesto l’appello per la seduta di proseguimento di questa sera. Non che fosse già prevista – infatti, è una seduta di proseguimento. Però D’Agata, proprio all’inizio della seduta, lo chiede per quella successiva, qualora ieri sera fosse mancato il numero legale. Ecco, appunto…
Il capogruppo Pd chiede al sindaco, attraverso l’assessore Torrisi, che sia cambiata l’ordinanza circa il deposito dei rifiuti: finora, i cittadini possono portarli fuori dalla propria abitazione dalle 19 alle 23. Le ragioni? Torrisi spiega che, in estate, era necessario per far sì che giacessero il meno possibile in strada, onde evitare cattivi odori. Ora, coll’arrivo dell’inverno, si può pensare ad un anticipo di qualche ora (ancora non attivo, quindi facciamo attenzione: rimane in vigore l’attuale ordinanza). Inoltre, D’Agata ha chiesto di sapere come procede la raccolto differenziata. A stretto giro di posta, Torrisi snocciola i primi dati: siamo passati dal 5% al 16, ma bisogna fare di più, perché l’obiettivo è fissato al 35%.

Letterio Daidone (Pdl) ricorda in aula le difficoltà dei siciliani con le ferrovie. La tratta Catania-Palermo in cinque ore? Non basta. Ecco la riduzione dei treni a lunga percorrenza. È da un po’ di tempo che Trenitalia ci prova, magari scontentando i siculi in discesa, ma lasciando immutate le tratte in salita. Ora, pare che il piano lo si stia facendo completo. Insomma, snodo a Roma per le grandi città del Nord. Che dire? Massima collaborazione con Daidone, e con ogni altro amministratore che vorrà porre all’attenzione dell’opinione pubblica questo ennesimo atto di apartheid a danno del Meridione (e della Sicilia soprattutto).

Agatino Tringale (Autonomia in Movimento) la manutenzione degli impianti sportivi se l’è legata al dito. ‹‹Purtroppo – dichiara il consigliere – l’80% degli impianti sportivi versa in uno stato di abbandono››. E tira fuori la lista: il ‘San Teodoro’ di Librino, sotto scacco dei vandali; a Picanello, un altro impianto inagibile, e per cosa? Per la mancanza di recinzione; il ‘Duca d’Aosta’ al buio (e dunque inagibile) nelle ore serali; il Goretti privo di illuminazione e il campo di Nesima senza tribuna, e col manto dissestato da interventi (poco competenti) dei cantieri scuola; infine, il PalaNesima, un ‹‹campo che farebbe invidia ad altre città›› (ma non nelle condizioni attuali).
Sui mondiali di nuoto chiede delucidazioni Gemma Lo Presti (LaDestra-As), e pure Giacomo Bellavia (Pdl) nel suo intervento, durante il quale ha chiesto di poter sentire l’assessore allo Sport, Ottavio Vaccaro.
Il colpo di scena si ha quasi alla fine: il diverbio scoppiato tra l’Mpa (la parte presente in aula, e questa è una novità) e l’assessore ai Servizi Sociali Pennisi. Il capogruppo del partito autonomista, Salvo Di Salvo, ha prima posto il problema delle condizioni del PalaNesima. E questo è un dato. Ma poi Di Salvo accende i riflettori sui servizi sociali comunali e sull’assessore competente Pennisi: sottolinea come la direzione servizi sociali non rispetti in toto la convenzione con gli istituti di assistenza per i minori; che nonostante l’assessore avesse dichiarato il contrario l’esiguità di fondi destinati a queste strutture sta comportando una riduzione dei minori assistiti; che i centri d’assistenza diurna non ricevono i pagamenti dal mese di aprile, e così pure i centri per i malati mentali; infine ricorda che per legge il 25% del Bilancio comunale deve essere assicurato ai servizi sociali. Insomma il capogruppo Mpa Di Salvo chiede spiegazioni su tutta la linea e, soprattutto, accusa l’assessore Pennisi di dare scarse risposte, di presentare una relazione sui servizi sociali ultra scarna e, qui la botta, di peccare d’iniziativa. I servizi sociali languono, traduciamo noi, e l’assessore sonnecchia.
La risposta di Pennisi, piccata, è il consiglio a Di Salvo (supponiamo) di evitare di strumentalizzare questioni di enorme rilevanza a fini politici (quali?). Pennisi si risiede, e ha un gesto di stizza, presumibilmente (per non scrivere sicuramente) verso Di Salvo. L’Mpa non ci pensa due volte, ed esce fuori dall’aula. Da notare, però, che il gruppo non si era presentato in aula compatto come al solito. L’Mpa, insieme alle opposizioni, è stato l’unico partito di maggioranza a non far mancare il numero legale, presentandosi sempre al gran completo. Ieri sera, ancor prima dell’abbandono dell’aula, Di Salvo si trovava con defezioni importanti. A questo, uno ci mette sopra il carico: l’esordio di D’Agata, che da mastino qual è, può aver fiutato qualcosa come un segugio.
Certo resta il fatto che sui servizi sociali, in una città come Catania, non si può scherzare. E se il senato cittadino, inoltre con il capogruppo del maggior partito d’Aula, chiede conto e spiegazioni riteniamo che le risposte debbano arrivare.
Che sta succedendo dentro la maggioranza? E in specie quali mal di pancia si manifestano dentro un Movimento per l’Autonomia in cui il “dialogo” (guerra?) tra lombardiani e leanziani è ormai sbarcato in pieno anche a Palazzo degli Elefanti? Di certo lo scontro Di Salvo-Pennisi è banale sintomo di qualcosa di più profondo covante da tempo nel corpo dell’Amministrazione comunale, tra assessori invisi a tutti ma ancora abbarbicati alle seggiole e equilibri politici da riassettare.
E pensare che ieri sera, fatto più unico che raro, il Pdl era presente con tutti i suoi consiglieri comunali.
Pubblicato il 23 novembre 2011 su Catania Politica
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