"-E' come nelle grandi storie, padron Frodo, in quelle che contano davvero. Erano piene di oscurità e pericolo, e a volte non volevi nemmeno sapere come andavano a finire, perchè come poteva esserci un finale allegro? Come poteva il mondo tornare come prima dopo che erano successe tante cose brutte? Ma alla fine, era solo una cosa passeggera, quest'ombra. Anche l'oscurità deve finire. Arriverà un nuovo giorno, e quando il sole sorgerà, sarà ancora più luminoso. Quelle erano le storie che ti restavano dentro, che ti insegnavano qualcosa, anche se eri troppo piccolo per capire perchè. Ma credo, padron Frodo, di capire. Ora, so. I protagonisti di quelle storie avevano molte occasioni per tornare indietro, ma non l'hanno fatto. Sono andati avanti, perchè erano aggrappati a qualcosa. - Noi a cosa siamo aggrappati, Sam? - C'è ancora del buono a questo mondo, padron Frodo. Ed è giusto combattere per questo."
J.R.R. Tolkien, Il signore degli anelli.

2 dicembre 2010

"NO-SILVIO, NO-PARTY" (LO DICE WIKILEAKS)




di Antonio G. Pesce – Doveva essere la fine del mondo. Un altro 11 settembre. E invece, almeno per ora, dopo la balla di Giacobbo sui Maya e corbellerie del genere, è la più ridicola isteria collettiva che si ricordi, la più inutile corsa telematica a cui abbiamo sottoposto i nostri Pc. Più interessante quella di qualche anno fa – correva l’ultimo anno di Visco come sottosegretario di Padoa Scioppa – quando almeno c’era da curiosare nelle dichiarazione dei redditi del vicino di casa. (Per quello che possa valere in un Paese di evasori, ovviamente).

Che è successo? È successo che in rete sono finiti rapporti riservati – come ogni pettegolezzo, del resto -, alcuni prodotti direttamente dagli ambasciatori statunitensi, altri da loro semplici funzionari per dimostrare che qualche cosa la fanno, tra un ricevimento e un ballo. A noi è toccata la supplente. Come ai tempi della commedia sexy all’italiana, quando ci facevano scuola Edwige Fenech, Gloria Guida, Nadia Cassini. È stata la supplente dell’ambasciatore Usa, nel periodo intercorso tra Spogli e Thorne, ad aver scritto le cose di cui tanto si discute nei salotti telepolitici.

La poverina – dalla foto sembra davvero un’animella candida, un visino rubicondo – scandalizzata dal comportamento increscioso del nostro gentil Cavaliere, piuttosto che spedire al dipartimento di Stato una copia di Repubblica o dell’Espresso, ha pensato bene di fare un breve resoconto. Perfino pudico. È bene ricordare che dall’altro lato avrebbe potuto esserci Hilary Clinton. Figurarsi: due donne che parlano delle sozzerie di un uomo, per giunta con una delle due già ferita dal marito nell’orgoglio!

Povero Silvio! A conti fatti, è poco quello che gli hanno scritto. E infatti l’americanella si preoccupava perfino della salute del nostro presidente, come – ho l’ardire di credere – neppure la D’Addario. Leggeteli quei documenti: la signora si angustia, teme che Silvio non dorma abbastanza, che venga sciupato da quei ‘rodei’ notturni. Vedi se la D’Addario si sia mai preoccupata di non strapazzare troppo il Nostro.

Sarebbe stato interessante sapere di più dei rapporti con Putin. Si tratta solo di questioni energetiche, dal momento che siamo rimasti a piedi dopo la chiusura delle centrali nucleari, o c’è dell’altro? Qui tutti cauti, perché anche la sinistra, che s’intende di morale come più neppure certi preti, non ha ancora chiaro come risolvere le proprie amletiche questioni: ecologista o industrializzata. E i documenti in rete non dicono nulla, perché inutili resoconti di sfaccendati burocrati di Stato.

Insomma, se non esce altro, stiamo freschi di poter campare su questi fogliacci e riempirci così i giornali per due, tre mesi, aspettando che venga lo spettacolo elettorale a dar loro il cambio. Il giornalismo italiano dovrà rimboccarsi le maniche, e senza aiutini esteri cercare di raccontare la verità, magari quella di casa nostra, dove ormai non ci sono più soldi neppur per comprare il pettegolezzo nostrano.

Volete che agli italiani interessi qualcosa di quattro rimbambiti impiegati, quando ancora mancano un migliaio di persone di Avetrana all’appello delle telecamere? La guerra? Voi dite la guerra? Orsù, signori: di serio c’è che volevano fare la festa all’Iran, e innanzitutto un po’ di gente del mondo arabo. E che sarà mai! Ci potranno scappare al massimo quattro bombe, mica quattro bunga bunga.

La verità è che “No-Silvio No-party”. Tutto il resto è noia: i francesi con un re nudo (ed è già tanto che abbia ancora la testa incollata); i tedeschi con la loro monotonia; gli inglesi con i loro scandali di corte. Più che bollettini diplomatici, sembrano cronache storiche. E a voler essere onesti non si sa bene cosa ne esca più malconcia, se la presunta efficienza americana o l’altrettanto sbandierata creatività.

Niente di nuovo nel cortile del mondo. Rientrati a casa, possiamo consolarci con Italo Bocchino, intento a farci capire che la politica estera di Berlusconi è sbagliata. Peccato che per anni è stata in mano a Gianfranco Fini. Poi dicono i film (e le gaffe) americani! Noi lo spasso lo abbiamo in casa.


Pubblicato il 30 novembre 2010 su www.cataniapolitica.it

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