"-E' come nelle grandi storie, padron Frodo, in quelle che contano davvero. Erano piene di oscurità e pericolo, e a volte non volevi nemmeno sapere come andavano a finire, perchè come poteva esserci un finale allegro? Come poteva il mondo tornare come prima dopo che erano successe tante cose brutte? Ma alla fine, era solo una cosa passeggera, quest'ombra. Anche l'oscurità deve finire. Arriverà un nuovo giorno, e quando il sole sorgerà, sarà ancora più luminoso. Quelle erano le storie che ti restavano dentro, che ti insegnavano qualcosa, anche se eri troppo piccolo per capire perchè. Ma credo, padron Frodo, di capire. Ora, so. I protagonisti di quelle storie avevano molte occasioni per tornare indietro, ma non l'hanno fatto. Sono andati avanti, perchè erano aggrappati a qualcosa. - Noi a cosa siamo aggrappati, Sam? - C'è ancora del buono a questo mondo, padron Frodo. Ed è giusto combattere per questo."
J.R.R. Tolkien, Il signore degli anelli.

13 novembre 2006

PAGINA DI METODOLOGIA CRITICA


Il fine della ricerca è la costruzione, la più solida possibile, di un sapere. Negare un fine alla ricerca, all'indagine, è come negare un senso alla vita, e buttarci nel dramma di Sisifo: condizione che non doveva essere poi così piacevole. Evitare di cristallizzare il sapere non deve spingerci a trascurane la solidità, per quanto umanamente possibile, né deve giustificare l'arrendevole dismissione della sfida, la fiacchezza d'animo davanti agli eventi del vivere che ci sfuggono. Bisogna evitare la sicumera di chi crede di aver già definitivamente appreso, non già l'apprensione in sé medesima, quando va bene, se non addirittura la tensione verso il padroneggiamene del vissuto storico. Il momento della crisi, il dubbio, l'incertezza, sono stati d'animo che preludono alla costruzione di certezze più solide, ben provate, non già uno stato perenne di spaesamento: il mondo sempre cangiante di forme e di valori dei poeti ci affascina proprio perché è l'evasione pronta, non il confino eterno. Anche sognare, alla fine, stanca, e una mano che non stringe nulla si atrofizza; un uomo che non si riposa mai avrà forse il cipiglio dell'eroe, ma la sorte in comune con qualsiasi altro essere umano: quella dello schiattare.

March Bloch, nel 1906, scriveva del passaggio necessario dalla cultura dell' evento storico a quella del fenomeno storico. Era in campo storiografico l'equivalente del criticismo kantiano in campo filosofico: fenomenologismo epistemologico, non già ontologico, che pone tuttavia al centro della storia non un'astratta cosità, bensì il suo vero protagonista. Le cose - il tutto, l'ente non fa storia: sic et sempliciter è, ma non è un essere che si vive. Perché non si racconta da sé medesimo. L'uomo racconta, e questo ente che racconta ha suoi sentimenti, suoi bisogni, sue aspettative su quanto dovrà ancora avvenire, e una certa idea di quanto è già avvenuto. È pigro: non si muoverebbe verso il passato, se non ne fosse attratto dal quel bisogno presente di attutire l'impatto con un futuro che già si prefigura.

La scelta di tornare alla storia come vissuto di uomini in carne ed ossa è una scelta incontrovertibile, e se questa pluridisciplinarietà d'approcci, mirante ad una descrizione il più totale possibile dell'uomo in un determinato tempo del suo vissuto, può di primo acchito disorientare, è meglio passare dallo stato evanescente del poetico per giungere, infine, alla critica ben fondata sui propri risultati e limiti, che non partire dalla chimica per giungere al cronologismo economista.

1 commento:

mafalda ha detto...

E bravo hai messo il blog del mio zito ed il mio no??!!!!Ma comu si cumminatu?????!!!!!!Auuuuuuuu
Comunque un consiglio per il blog:non scrivere post lunghissimi ,se no chi passa dal tuo blog si stanca a leggere fino in fondo e perde il filo del discorso........
A proposito del fuggire via dalla realtà ho appena finito di leggere un libro che usa libri come mezzo per fuggire da una realtà troppo dura:Leggere Lolita a Teheran.
Ed è anche vero che sognare troppo fa male,stanca perchè ad un certo punto ti rendi conto che sono solo nella nostra testa e poi apri le mani e non c'è nulla...
A presto mon amie