"-E' come nelle grandi storie, padron Frodo, in quelle che contano davvero. Erano piene di oscurità e pericolo, e a volte non volevi nemmeno sapere come andavano a finire, perchè come poteva esserci un finale allegro? Come poteva il mondo tornare come prima dopo che erano successe tante cose brutte? Ma alla fine, era solo una cosa passeggera, quest'ombra. Anche l'oscurità deve finire. Arriverà un nuovo giorno, e quando il sole sorgerà, sarà ancora più luminoso. Quelle erano le storie che ti restavano dentro, che ti insegnavano qualcosa, anche se eri troppo piccolo per capire perchè. Ma credo, padron Frodo, di capire. Ora, so. I protagonisti di quelle storie avevano molte occasioni per tornare indietro, ma non l'hanno fatto. Sono andati avanti, perchè erano aggrappati a qualcosa. - Noi a cosa siamo aggrappati, Sam? - C'è ancora del buono a questo mondo, padron Frodo. Ed è giusto combattere per questo."
J.R.R. Tolkien, Il signore degli anelli.

7 dicembre 2008

ARMANDO MASSARENTI: l'8x1000 gli tocca!



A detta di alcuni, quel Sole che brilla per 24Ore sul mondo della finanza italiana e non solo, si sarebbe un tantino eclissato negli anni scorsi, e soprattutto negli ultimi mesi, per non vedere – e i maliziosi dicono per far finta di non vedere – quello che si stava per consumare nel nostro misero ed umano mondo: lì, nelle sfere eteree del cielo, tutto andava bene; qui, giovani analisti e non titolati economisti dicevano che tanto bene le cose non stavano andando. Chi avesse ragione è sotto gli occhi di tutti, con o senza l’illuminazione artificiale del giornale di Confindustria.

Però lì, dalle parti di Ferruccio De Bortoli, nel suo inserto culturale che esce ogni domenica, le idee in fatto di vita umana e di diritti umani ce le hanno chiare: più impossibile è la missione, più ci azzeccano. Guarda caso, è proprio con l’economia che si perdono in un bicchiere d’acqua.

Nel Domenicale di questa settimana (7 dicembre 2008), Armando Massarenti tratta la questione dell’opposizione della Chiesa al testo della moratoria, presentata all’ONU, contro la pena di morte agli omosessuali, con la stessa onestà intellettuale con la quale il giornale dal quale vende i suoi filosofemi ha trattato l’incipiente collasso economico che sta portando milioni di esseri umani a dormire per le strade. "Contorte" le ragioni della Chiesa, secondo Massarenti. Per il giornalista e filosofo – filosofo per gli argomenti che tratta, giornalista per l’acume che usa nel discuterli – sarebbe una posizione contorta quella di chi dice no alla pena di morte, ma senza accettare che venga incarcerato chi ha una visione morale diversa del pastrocchio politicamente corretto a cui i tanti Massarenti, in vena di popolarità comprata a scapito della ragione, piegano il capo. Non si tratta di accettare la pena di morte per gli omosessuali – tutt’altro – ma di non accettare l’incarcerazione per quanti, pur rispettando gli uomini e le leggi, continueranno a dire che (1) la scelta del sesso non è una scelta personale (e innanzi tutto non dovrebbe esserlo proprio per coloro che negano la natura psicologica della questione), ma determinata biologicamente, e comunque (2) le scelte sessuali dei singoli non dovrebbero avere valore per gli assetti politici delle società.

Omofobia si chiama l’eresia del XXI secolo. Tu dici che la natura sta in un certo modo; che basterebbe che guardassero nel microscopio, col il quale si può notare che, quale che sia l’orientamento psicologico delle persone, quello biologico del DNA è chiaro, e lo è nei secoli; che nessuno vuole negare i diritti fondamentali della persona, ma che questi non bastano perché si acceda al riconoscimento pubblico, cioè secondo il diritto, del proprio stile di vita; e che, comunque, un conto è rispettare anche i cambiamenti sociali imposti per opera delle lobby e dei tanti Massarenti di turno, volenti o nolenti, e un altro è pretendere che tutti si conformino ad un modo di pensare: insomma, fate quel che volete, ma non chiedeteci l’abiura.

Ora, se grazie a quest’atto di umana civiltà, i pericolosi bigotti come me dovessero finire in cella, qualcuno ricordi al posto mio a Massarenti che ormai è ad un passo dal farsi riconoscere come chierico della nascente chiesa laica d’Italia. Finalmente, dopo aver servito la causa dei potenti, potente lo potrà diventare pure lui. Magari grazie ai fondi dell’otto per mille che gli toccherebbero.

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