"-E' come nelle grandi storie, padron Frodo, in quelle che contano davvero. Erano piene di oscurità e pericolo, e a volte non volevi nemmeno sapere come andavano a finire, perchè come poteva esserci un finale allegro? Come poteva il mondo tornare come prima dopo che erano successe tante cose brutte? Ma alla fine, era solo una cosa passeggera, quest'ombra. Anche l'oscurità deve finire. Arriverà un nuovo giorno, e quando il sole sorgerà, sarà ancora più luminoso. Quelle erano le storie che ti restavano dentro, che ti insegnavano qualcosa, anche se eri troppo piccolo per capire perchè. Ma credo, padron Frodo, di capire. Ora, so. I protagonisti di quelle storie avevano molte occasioni per tornare indietro, ma non l'hanno fatto. Sono andati avanti, perchè erano aggrappati a qualcosa. - Noi a cosa siamo aggrappati, Sam? - C'è ancora del buono a questo mondo, padron Frodo. Ed è giusto combattere per questo."
J.R.R. Tolkien, Il signore degli anelli.

3 novembre 2007

I BRANI DEL PASSATO



I. I brani del passato che non coltiviamo tanto da far diventare pianta il seme che c’è caduto in vita, diventano nel tempo schegge impazzite: possono colpirci quando meno ce lo aspettiamo, riportarci indietro di anni, azzannare le nostre certezze, indurci al ripensamento del nostro attuale vissuto.
O quanto meno, possono imporci una verifica dei conti. Il passato si mostra più prospero, comunque, appunto come passato, mentre il presente è sempre parco di gioie.

II. Come sarei stato – si chiede l’incauto ascoltatore della nenia – se a quel pezzo di vita avessi dato più speranza? Dimenticando le ragioni che lo indussero a non concedergliela, si dimena tra le ipotesi e le improbabili ricostruzioni. Ma la vita ha già tagliato i propri ormeggi. La rondine ha lasciato già il proprio nido.
E tutto quello che era giusto si compisse, s’è compiuto.

III. La memoria, riportando a galla quanto nell’attimo del vissuto ci sembrava avvolto dalle tenebre, dirada. IL presente, finché penserà di giocarsi la partita col passato puntando sulla difesa delle gioie, della tranquillità, delle certezze, avrà scarse possibilità di vittoria. L’unica strategia che paghi, in questi casi, è l’attacco; e quale migliore difesa potrà fare scudo dal dirompente assalto della vita? Così è andata – fino ad oggi.
Domani avremo una ragione in più per stupirci. E lo stupore del presente genera la speranza del futuro. Cosa che riesce difficile al passato che, finché è ri-pensato, lenisce i malanni attuali. Ma quando, invece, lo si vuole ri-vivere, allora ci delude per lo stantio puzzo di noia che emana.


31/10/2007

1 commento:

Anonimo ha detto...

Credo sia una vera e propria tentazione guardare al passato con un velo di nostalgia, soprattutto nei momenti più difficili e delicati. Lo sconforto, la solitudine, offuscano la mente rendendo splendido un passato che spesso è buio e misero e capita, è vero, in queste situazioni, che non ci rendiamo conto del perchè, quel passato sia tale e non faccia più parte del nostro presente...Penso che quella di maturare ogni nostra esperienza possa essere un'ottima arma , accogliendo inoltre quanto il presente ci offre e il futuro ci prospetta, perchè altrimenti l'evento passato, se represso e irrisolto, diventerebbe solo un modo per far nascere dubbi, incertezze e nuove angosce...con il rischio per noi stessi di non riuscire a vivere...
...la teoria è facile, di solito la pratica molto meno... :-)
Bell'intervento, come gli altri, ma stavolta ti lascio un commento...
Saluti
Francesca