"-E' come nelle grandi storie, padron Frodo, in quelle che contano davvero. Erano piene di oscurità e pericolo, e a volte non volevi nemmeno sapere come andavano a finire, perchè come poteva esserci un finale allegro? Come poteva il mondo tornare come prima dopo che erano successe tante cose brutte? Ma alla fine, era solo una cosa passeggera, quest'ombra. Anche l'oscurità deve finire. Arriverà un nuovo giorno, e quando il sole sorgerà, sarà ancora più luminoso. Quelle erano le storie che ti restavano dentro, che ti insegnavano qualcosa, anche se eri troppo piccolo per capire perchè. Ma credo, padron Frodo, di capire. Ora, so. I protagonisti di quelle storie avevano molte occasioni per tornare indietro, ma non l'hanno fatto. Sono andati avanti, perchè erano aggrappati a qualcosa. - Noi a cosa siamo aggrappati, Sam? - C'è ancora del buono a questo mondo, padron Frodo. Ed è giusto combattere per questo."
J.R.R. Tolkien, Il signore degli anelli.

13 aprile 2007

PAGINA I

Per quanto un uomo possa soffrire, e giungere quasi a desiderare che il grande mare del senso, che è poi la vita, si acquieti e trovi, finalmente, la tanto combattuta pace nel silenzio della morte – ecco, per quanto tutto questo possa essere sperimentato da un’anima, la vita vorrà sempre la sua parte. E la richiederà con sempre maggiore forza, man mano che crescerà l’intensità della domanda opposta portata avanti dalla disperazione.

Siamo teleologicamente legati – vincolati, incatenati alle nostre speranze.

Le correnti! – il dramma della vita è che è attraversata da innumerevoli correnti che cozzano l’una contro l’altra; ma un mare mosso è un mare ancora vivo. E dopo ogni onda e il fondale e la battigia vengono liberati dalle scorie della loro malinconia.

Se vogliamo vivere, dobbiamo sobbarcarci il peso di un possibile scacco, che ci potrebbe essere mosso proprio quando si crede di portare la migliore mossa sullo scacchiere dell’esistenza. Le sconfitte più cocenti non sono le disfatte ma le vittorie mancate. È seguire un sentiero che, infine, si mostra interrotto.

Ma niente che abbia ancora un alito di vita è morto. Ed è questo brivido di sussistenza che fa increspare i mari, che ripulisce la battigia e i fondali. Che ci scuote nel tremore di un attimo, e fa entrare col vigore del sangue zampillante altra linfa nelle fiacche vene del nostro vissuto. Ed è un brivido oscuro che preannuncia la grande febbre della luce.

2 commenti:

mafalda ha detto...

Hai ragione Antonio, molte votle vorremmo smettere di vivere, ma lei, la vita non ce lo permette....Molte volte mi è capitato di voler spegnere tutto, di premere un semplice bottone e dire addio a tutto. Adesso non mi capita più,ma perchè ho una ragione per continuare a vivere e tu sai di chi parlo, anche se a volte ci sono situazioni difficile,la forza la trovo solo in lui....
Buona domenica caro Antonio

P.s.ogni tanto fatti vivo...a bedduuuuu

Anonimo ha detto...

Nel danno, nell'insuccesso che scompiglia i piani più accurati, in questo e in altro del genere si fa una piccola esperienza della verità. Quel tanto che basta...Un ponte che crolla è reale; è in quell'istante che la sua realtà si rivela, mentre per tutto il resto del temponon si distingue dal sogno in cui ciascuno non sogna di essere re, ma quello che è...Attraverso un semplice amore che va in pezzi si rivelano i fatti. Che non hanno altra consistenza se non quella dell'avversità. I fatti si pagano.
Sgalambro, La morte del sole, p.31
Ciao Antonio! e ho tolto la citazione la frase più soavemente dolce e frusciante di speranza ("La verità è il mondo senza l'uomo")