"-E' come nelle grandi storie, padron Frodo, in quelle che contano davvero. Erano piene di oscurità e pericolo, e a volte non volevi nemmeno sapere come andavano a finire, perchè come poteva esserci un finale allegro? Come poteva il mondo tornare come prima dopo che erano successe tante cose brutte? Ma alla fine, era solo una cosa passeggera, quest'ombra. Anche l'oscurità deve finire. Arriverà un nuovo giorno, e quando il sole sorgerà, sarà ancora più luminoso. Quelle erano le storie che ti restavano dentro, che ti insegnavano qualcosa, anche se eri troppo piccolo per capire perchè. Ma credo, padron Frodo, di capire. Ora, so. I protagonisti di quelle storie avevano molte occasioni per tornare indietro, ma non l'hanno fatto. Sono andati avanti, perchè erano aggrappati a qualcosa. - Noi a cosa siamo aggrappati, Sam? - C'è ancora del buono a questo mondo, padron Frodo. Ed è giusto combattere per questo."
J.R.R. Tolkien, Il signore degli anelli.

6 febbraio 2007

MACERIE

La vita col passare del tempo assume i tratti di una battaglia. Di un grossa, sanguinosa battaglia, nella quale ogni giorno hai le tue perdita da contare: affetti, ideali, amicizie, progetti, speranze. Persone. Per i molti che lasci sul campo, pochi entrano a far parte della brigata. E per questi, poi, ti tocca sentirti in angoscia in ogni istante, perché ogni momento potrebbe essere quello che te li porta via.

Cadono in cento, mille al tuo fianco, e non passa giorno in cui non ti chiedi quando sarà il tuo turno. Tu marci, ma la stessa marcia ti logora le ossa, le forze, i nervi, tanto che fai di tutto perché non ti penetri dentro la voglia di buttare tutto via, e aspettare ai bordi della strada che arrivino a prenderti. Punto.

E non hai altre speranze. Il mondo è meglio lascialo perdere: corruzione, malcostume, il sovvertimento dello stato di natura spacciato per progresso morale, politico ed economico. Hanno fatto di tutto per distruggere i nostri pilastri spirituale: filosofia, arte, letteratura, musica. Tutto giace nella melma del degrado, nella fiacchezza di ogni tensione esistenziale. Le nostre accademie sono, ad andar bene, in mano ad emeriti imbecilli, quando non a farabutti titolati. La nostra Patria e le nostre città governate da pusillamine.

Solo Dio ci può salvare.

Ed io non sono mai stato così tanto prostrato, né mai così vicino dal gettare la spugna.

Dio mio quante macerie.

1 commento:

mafalda ha detto...

Antonio arrusbigghiti, ma che è sta novità??????????Tu che getti la spugna?????Sei poco credibile, dalle macerie si può sempre ricostruire e lo sai bene, sai a volte buttar giù certe convinzioni non è del tutto negativo, bisogna fare sempre spazio ad altro, se certe cose cadono vuol dire che non avevono pilastri ben saldi oppure era tempo di fare nuove costruzioni......
Ti voglio bene e a presto!