di Antonio G. Pesce - Ci vuole la citazione
d’annata: quando il giuoco si fa duro, il candidato scende il campo. Non
è così che suona il famoso detto? Ad ogni modo, lo abbiamo sperimentato
ad ogni tornata elettorale. E infatti, anche in quella di ottobre, che
dovrebbe rinnovare il Parlamento e la presidenza di una regione
sull’orlo del baratro (sociale, politico, economico, ecc), già non
mancano gli eroici martiri per un lavoro che si annuncia erculeo. E sono
in tanti.
Lo scatto più potente, sul Mortirolo della politica isolana, lo hanno lanciato due di sinistra: Claudio Fava e Rosario Crocetta, con il primo che non si è risparmiato di tirar subito fuori la daga: «Non mi sembra che la candidatura di Rosario Crocetta – ha dichiarato Fava, candidato Sel, parlando con i giornalisti all’Ars - contenga elementi di rottura dall’attuale sistema. I suoi big sponsor, d’altronde, sono Lombardo attraverso il gradimento già espresso dal capogruppo del Mpa all’Assemblea siciliana, e l’editore Mario Ciancio». Colpo duro, per tentare di affondare il quotatissimo (e non solo a sinistra) sindaco di Gela. Che, oggi, lancia il suo comitato “Crocetta presidente” e illustrerà il programma dei primi 100 giorni. Inoltre, il primo di agosto ha inc ontrato a Roma Fioroni, che si detto preoccupato per la divisione delle forze progressiste in Sicilia. Insomma, è già in pol. Anche perché il Pd non ha un suo nome. Ci ha provato il senatore Pd Vladimiro Crisafulli a svegliare il partito, ma la sua auto-candidatura non ha entusiasmato molto.
Un nome su cui potrebbero indirizzarsi i democratici, anche in vista di alleanza a più ampio spettro (nazionale), è quello del capogruppo Udc al Senato Giampiero D’Alia, che già parla da candidato in pectore: «La Sicilia è in una fase di emergenza economica, finanziaria e sociale che impone ai partiti uno sforzo collettivo e una maggiore responsabilità». Se D’Alia fosse davvero il candidato Udc, addio sogni di gloria per Fabio Granata, il cui nome comunque non è stato accolto molto bene, forse per via del passato: nonostante il genuino impegno antimafia e quello di polemista antiberlusconiano dalle pagine del sito de IlFattoQuotidiano, Granata è stato assessore con Cuffaro e presidente di Cine Sicilia con Lombardo. E tutti, ora, tenteranno di dimenticare il primo amore grammichelese.
Resisterà Massimo Russo, a cui ufficialmente l’Mpa ha chiesto di provare la corsa alla presidenza: l’assessore alla Sanità, che traghetterà la Sicilia alle nuove consultazioni, ha chiesto tempo per pensarci. Sa che una parte del partito, sotto sotto, non vede male neppure Crocetta.
A destra il nome sicuro è quello di Gianfranco Micciché con il suo Forza del Sud, cercando di compattare il centrodestra siciliano. Un outsider potrebbe essere Nello Dipasquale, sindaco ex pidiellino di Ragusa vicino alle liste civiche di Zamparini, ex padron del Palermo calcio. Ad infastidire maggiormente Micciché potrebbero essere Innocenzo Leontini, capogruppo Pdl all’Assemblea Regionale Siciliana, che mira ad “unire il centrodestra” (‘na parola), e Francesco Cascio, attuale presidente dell’Assemblea siciliana, il quale, però, non si è sbilancio troppo (anche per non bruciarsi troppo velocemente). Forse, potrebbe essere la buona volta di Nello Musumeci, indimenticato e indimenticabile presidente della provincia di Catania, ente inutile ma che con lui aveva il suo senso. Qualcuno ne già dopo il pr imo mandato di Cuffaro, e poi ancora al posto di Lombardo, ma in An, prima che Berlusconi divenisse il male assoluto (o quasi), gli preferirono il giochetto delle poltrone. Ora, potrebbe essere arrivato il suo turno, anche perché è difficile non vedere l’affanno del Pdl in Sicilia.
Infine, Gaspare Sturzo, pronipote di don Luigi, magistrato, docente di diritto penale, e soprattutto – a leggere quello che scrive – una testa pensante (e non ce ne sono molte in giro, di questi tempi, nei palazzi del potere), il quale potrebbe avere dalla sua più di quanto non si creda: è, infatti, un fautore del partito unico dei cattolici; e Cateno de Luca, fondatore di Sicilia vera, che ha l’appoggio di Forza Nuova e del Movimento dei Forconi (a dire il vero, non c’è candidato che non possa vantare almeno un forcone dalla sua), e che qualche giorno fa ha scritto su Facebook: «Sto completando di scrivere i punti programmatici del nostro progetto "rivoluzione siciliana".... Hai dei suggerimenti da segnalare?»
Lo scatto più potente, sul Mortirolo della politica isolana, lo hanno lanciato due di sinistra: Claudio Fava e Rosario Crocetta, con il primo che non si è risparmiato di tirar subito fuori la daga: «Non mi sembra che la candidatura di Rosario Crocetta – ha dichiarato Fava, candidato Sel, parlando con i giornalisti all’Ars - contenga elementi di rottura dall’attuale sistema. I suoi big sponsor, d’altronde, sono Lombardo attraverso il gradimento già espresso dal capogruppo del Mpa all’Assemblea siciliana, e l’editore Mario Ciancio». Colpo duro, per tentare di affondare il quotatissimo (e non solo a sinistra) sindaco di Gela. Che, oggi, lancia il suo comitato “Crocetta presidente” e illustrerà il programma dei primi 100 giorni. Inoltre, il primo di agosto ha inc ontrato a Roma Fioroni, che si detto preoccupato per la divisione delle forze progressiste in Sicilia. Insomma, è già in pol. Anche perché il Pd non ha un suo nome. Ci ha provato il senatore Pd Vladimiro Crisafulli a svegliare il partito, ma la sua auto-candidatura non ha entusiasmato molto.
Un nome su cui potrebbero indirizzarsi i democratici, anche in vista di alleanza a più ampio spettro (nazionale), è quello del capogruppo Udc al Senato Giampiero D’Alia, che già parla da candidato in pectore: «La Sicilia è in una fase di emergenza economica, finanziaria e sociale che impone ai partiti uno sforzo collettivo e una maggiore responsabilità». Se D’Alia fosse davvero il candidato Udc, addio sogni di gloria per Fabio Granata, il cui nome comunque non è stato accolto molto bene, forse per via del passato: nonostante il genuino impegno antimafia e quello di polemista antiberlusconiano dalle pagine del sito de IlFattoQuotidiano, Granata è stato assessore con Cuffaro e presidente di Cine Sicilia con Lombardo. E tutti, ora, tenteranno di dimenticare il primo amore grammichelese.
Resisterà Massimo Russo, a cui ufficialmente l’Mpa ha chiesto di provare la corsa alla presidenza: l’assessore alla Sanità, che traghetterà la Sicilia alle nuove consultazioni, ha chiesto tempo per pensarci. Sa che una parte del partito, sotto sotto, non vede male neppure Crocetta.
A destra il nome sicuro è quello di Gianfranco Micciché con il suo Forza del Sud, cercando di compattare il centrodestra siciliano. Un outsider potrebbe essere Nello Dipasquale, sindaco ex pidiellino di Ragusa vicino alle liste civiche di Zamparini, ex padron del Palermo calcio. Ad infastidire maggiormente Micciché potrebbero essere Innocenzo Leontini, capogruppo Pdl all’Assemblea Regionale Siciliana, che mira ad “unire il centrodestra” (‘na parola), e Francesco Cascio, attuale presidente dell’Assemblea siciliana, il quale, però, non si è sbilancio troppo (anche per non bruciarsi troppo velocemente). Forse, potrebbe essere la buona volta di Nello Musumeci, indimenticato e indimenticabile presidente della provincia di Catania, ente inutile ma che con lui aveva il suo senso. Qualcuno ne già dopo il pr imo mandato di Cuffaro, e poi ancora al posto di Lombardo, ma in An, prima che Berlusconi divenisse il male assoluto (o quasi), gli preferirono il giochetto delle poltrone. Ora, potrebbe essere arrivato il suo turno, anche perché è difficile non vedere l’affanno del Pdl in Sicilia.
Infine, Gaspare Sturzo, pronipote di don Luigi, magistrato, docente di diritto penale, e soprattutto – a leggere quello che scrive – una testa pensante (e non ce ne sono molte in giro, di questi tempi, nei palazzi del potere), il quale potrebbe avere dalla sua più di quanto non si creda: è, infatti, un fautore del partito unico dei cattolici; e Cateno de Luca, fondatore di Sicilia vera, che ha l’appoggio di Forza Nuova e del Movimento dei Forconi (a dire il vero, non c’è candidato che non possa vantare almeno un forcone dalla sua), e che qualche giorno fa ha scritto su Facebook: «Sto completando di scrivere i punti programmatici del nostro progetto "rivoluzione siciliana".... Hai dei suggerimenti da segnalare?»
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