di Antonio G. Pesce - Cambia il vento in Sicilia? Il due Cracolici-Lupo ne paiono convinti. E non a torto. Il centrosinistra si aggiudica nei ballottaggi 7 degli 11 comuni della Sicilia chiamati alle urne: a Vittoria, Bagheria, Ramacca, Campobello di Mazara, Noto e Canicattì. Il centrosinistra vince soprattutto nei due grossi centri di Vittoria nel Ragusano e Bagheria nel Palermitano. In quest’ultimo si rafforza l’alleanza tra Pd e Terzo Polo con l’elezione di Vincenzo Lo Meo (Udc).
Il centrodestra la spunta a Patti con Aquino e a Favara con Manganella. Sembrano, ormai, lontanissimi i tempi dello strapotere azzurro nell’Isola, quando Micciché portava a casa un 61 a 0 che è entrato nella storia e, se continua così, diventerà leggenda, tanto improbabile parrà che sia avvenuto un evento del degenere.
Eppure il Pd farebbe bene ad analizzare meglio gli ultimi accadimenti, perché una chiara vittoria non si traformi in una vittoria di Pirro. A Vittoria, appunto, popolosa cittadina ragusana vero motore dell’esportazione agricola siciliana, il centrodestra presentava Carmelo Incardona, uomo di spicco di Forza del Sud, già eletto nelle liste del Pdl. Il sindaco uscente da battere, tale Giuseppe Nicosia del Pd, non sarebbe stato – lo si sapeva- osso facile da digerire. Nicosia ha alle spalle una propria storia, a volte non poco invisa a uomini del partito. Ma è persona che in molti danno per capace.
A Vittoria, il primo divorzio dell’asse Mpa-Pd. Il partito di Raffaele Lombardo ha appoggiato Incardona, dopo che il proprio candidato sindaco, Francesco Aiello, è giunto terzo. E pare che non sia stata una divisione infruttuosa: Nicosia lascia lo sfidante al 44%, circa undici punti percentuali di distanza. A Ramacca, poi, il ballottaggio è stato tutto dentro la maggioranza regionale. Si sono sfidati Francesco Zappala (Pd) e Giampiero Musumeci (Mpa). Qui, quasi un doppiaggio del candidato democratico ai danni dell’ ‘alleato’ autonomista.
Insomma, nel giorno in cui Raffaele Lombardo si libera (o quasi) da un grosso peso giudiziario, il Pd si svincola (nei fatti) da un’alleanza indigesta alla base del partito. Che accadrà domani è difficile dirlo. Ma questo dato è bene che i vertici siciliani del Pd lo tengano a mente. A Lombardo servono un paio di mesi per riassettare le fila. Tra qualche settimana sarà varato il nuovo progetto, e allora il governatore potrebbe riprendere il largo. Magari per attraccare in porti già visitati, ora che un po’ tutta la vecchia ciurma – chi per un verso e chi per un altro – non naviga in acque tranquille.
Pubblicato il 14 giugno 2011 su Catania Politica
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