di Antonio G. Pesce - Prima erano dei ladri. Ora dei porci. Sarà perché la Lega non fa mistero di volere le elezioni, alle quali spera di presentarsi con le fila serrate, ma a Lazzate, ieri sera, Bossi la sparata grossa. E non per problemi legati allo stato federale. Anzi, proprio il troppo federalismo gli ha dato sui nervi. Nonostante fosse sobrio (almeno apparentemente), il Senatur se l’è presa con i romani (che poi, quelli veramente interessati, sono suoi alleati – Alemanno e Polverini in testa) perché vorrebbero il gran premio di F1 nella città eterna. Federalismo fin che si vuole, ma con le cose serie non si scherza.
‹‹I romani se lo possono dimenticare – a tuonato Bossi, con al fianco il fido figliuolo Renzo - Monza non si tocca e a Roma possono correre con le bighe››. Che sarebbe comunque meno inquinante, più folcloristico e certamente più originale. Ma non si è fermato a questo: ‹‹Basta con Senatus Populusque Romanus, “il Senato e il popolo romano”, io dico ‘sono porci questi romani’››, ha aggiunto tra le risate generali.
Bossi non è nuovo a sparate di questo tipo, e da ministro ha invocato secessioni, rivolte, truppe padane, camice verdi, ecc. Ma si sa: possiamo scherzare (o meno) su tutto – Costituzione compresa – ma non sul campanile. Pardon: sul campetto o sull’autodromo.
Le polemiche dunque non si sono fatte attendere. ‹‹La Lega ha una storia, una dimensione e delle responsabilità di fronte alle quali continuare ad atteggiarsi ad Asterix mi sembra riduttivo›› ha affermato Gaetano Quagliarello, il vicepresidente vicario dei senatori Pdl, mentre il presidente della provincia di Roma, Nicola Zingaretti, ha invitato Bossi a fare il ministro non il comico, e ha chiesto polemicamente cosa ne pensino Alemanno e la Polverini. Della seconda non se ne sa ancora nulla, mentre il primo ha detto che scriverà a Berlusconi per protestare: ‹‹Questa volta Bossi ha superato il segno››. Solo questa volta?
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