di Antonio G. Pesce - Giovanni Grillo si illudeva ieri, quando nell’editoriale, a proposito della riunione tra maggioranza e sindaco, affermava che, alla fine, ne avremmo saputo di più. La riunione c’è stata, ieri sera dalle 18 alle 20, ma in realtà neppure i consiglieri di maggioranza c’hanno capito nulla. Se ne sono tornati più confusi che persuasi, essendosi trovati davanti uno Stancanelli che le decisioni, più che averle prese, pareva volesse averle consigliate. Li ha ascoltati paternamente, come colui che, stretto tra la Scilla del cuore e la Cariddi della ragione (in questo caso, della ragion politica), non volesse far torto a nessuno, spezzando con equità il pane alla mensa della politica.
Di una cosa, però, si può essere sicuri: i nodi vengono al pettine. Prima o poi. E vengono nel momento più sbagliato, quando ogni strada pare portare in un vicolo cieco. Si dice che quella che vorrebbe percorrere il Sindaco sia, ancora, quella che conduce a Palazzo degli Elefanti (proprio ora, che il nuovo piano viario del centro gli fa godere piazza Duomo!). E si dice che ci si siano messi di mezzo il gatto e la volpe del Pdl, alias Maurizio Gasparri e Ignazio La Russa, per condurre il nostro povero Pinocchio nella strada della perdizione. La maggioranza, a livello nazionale, rischia di sciogliersi come neppure la poca neve di qualche settimana fa sul Mongibello, dopo le ultime folate di scirocco. Ed ecco perché ha bisogno dell’intrepido sindaco catanese, il quale, suo malgrado, potrebbe anche sacrificarsi.
Non dovrebbe essergli però troppo gravoso. Uno ci pensa e fa mente locale. A Catania circolano i nomi di possibili candidati a sindaco per il centrodestra: i ‘rottamatori’ non ci sono solo nel Pd. È, inoltre, una piazza difficile la nostra città, nella quale il povero avvocato di Regalbuto è stato paracadutato nottetempo. Infine, ti accomodi sullo scanno di Palazzo Madama, che per diversi aspetti (è necessario elencarli tutti e specificarne la natura?) è assai più comodo di quello di sindaco.
Certo, il Pdl andrebbe alle urne in una grande città in cui, bene o male, la maggioranza regge e fa qualcosa, rischiando – perché ogni volta che si va ad elezioni si rischia qualcosa – di perdere tutto, per difendere con gli ultimi giapponesi la guarnigione governativa. Va be’, vuol dire che ci credono davvero che il governo arriverà a fine mandato.
Però, è bene che Stancanelli non commetta un grosso errore. Quel grande errore commesso anni addietro da Enzo Bianco, poi da Scapagnini. E anche da Walter Zenga: preferire Catania (anche quella calcistica) ad altro. I catanesi, gente tosta, non perdono. Non è un caso che Musumeci faccia di tutto per essere presente in Consiglio, nonostante l’incarico di sottosegretario.
Non commetta questo errore Stancanelli. Anche perché le prossime politiche potrebbero giocarsi sul filo delle preferenze.
Pubblicato il 28 ottobre 2011 su Catania Politica
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