La Storia umana è una lavandaia a servizio di Dio. Nel torrente degli eventi lava i pannicelli sporchi dei figli discoli del Signore. Tutti siamo figli discoli. Tutti sporchiamo il grembiulino della scuola o il vestitino della domenica, con macchie che si vedono – i più rozzi e i meno fortunati; con macchie che non si vedono – gli sventurati che non trovano maschere con cui coprirsi.
Nessuno entrerà al banchetto regale se non mondato. Si inizia da qui. La Storia è una lavandaia, a volte un po’ sguaiata, ma che ben sa fare il proprio mestiere. Non ci sono panni che essa non lavi: quelli dei piccoli e quelli dei grandi; quelli dei ricchi e quelli dei poveri; quelli dei più buoni e quelli dei più cattivi. Tutti siamo, a seconda delle circostanze, più buoni di alcuni e più cattivi di altri. Nessuno sfugge. E non ci sono macchie che non vengano lavate. I novelli Trasimaco, che per il loro bieco utile sacrificano le speranze altrui, macellai che scannano e non si curano di insozzarsi col sangue del più debole, temano il giorno il cui verranno spogliati davanti al torrente e lavati di tutto capo.
È solo questione di tempo: ciascuno di noi deve rendere conto del proprio vestito. Il Purgatorio inizia appena comincia la vita. La Storia ne è soltanto l’anticamera.
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