di Antonio G. Pesce - Una larga maggioranza ha eletto vicepresidente del Consiglio superiore della magistratura il membro laico Michele Vietti, uomo dell’Udc, con 24 voti e due schede bianche. «Siamo consapevoli che è necessario recuperare il prestigio e il consenso dell'organo scosso da recenti scandali - ha detto Vietti - quindi servirà particolare attenzione alle regole deontologiche, non solo per i magistrati ma anche per i membri del Csm, cercando di recuperare uno stile di rigore e serietà».
Al suo vice, il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, che in quanto capo dello Stato è anche presidente del Csm, ha fatto sapere che con l’elezione ‹‹ciascun componente del consiglio potrà sentirsi da lei rappresentato ascoltato e garantito nell'esercizio delle sue funzioni. Alla sua competenza e saggezza è demandato il compito di armonizzare le diverse, libere voci e di stabilire col capo dello Stato un valido raccordo istituzionale». Ha invitato Vietti, inoltre, a porre molta attenzione ‹‹nella formazione specie dei giovani magistrati››, i quali ‹‹devono essere consapevoli, in ogni momento, dei difficili compiti loro assegnati, mettendosi in grado di svolgerli con autorevolezza, riservatezza ed umiltà».
Vietti è persona seria e assai garbata nei toni. Nato a Lanzo Torinese il 10 febbraio del 1954, Vietti si laurea in Giurisprudenza, ed è stato vicepretore a Rivarolo Canavese dal 1983 al 1989. Consigliere comunale a Torino dal 1990 al 1997, nel 1996 Vietti si candida alla Camera nel collegio di Chivasso, ottenendo il 34,6% dei consensi. Lo sostenne allora tutto il centrodestra, ma non la Lega. Sottosegretario alla Giustizia nel secondo governo Berlusconi, e al ministero dell'Economia e delle Finanze nel terzo, viene eletto deputato nella circoscrizione I (Piemonte 1) nel 2006, divenendo nel 2007 vicesegretario nazionale dell’Udc. Eletto nel 2008 alla Camera, è stato presidente vicario del gruppo parlamentare del suo partito.
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