di Antonio Giovanni Pesce. La gallina dalle uova d’ora – o il pollo da spennare, in base ai punti di vista – dell’attuale governo pare essere la scuola. Il governo ha annunciato alle organizzazioni sindacali il piano di tagli per l’anno scolastico 2010/2011 al fine di attuare quanto stabilito dall’art. 64 della Legge 133/08, ed è un piano pesante: 25.600 posti in meno tra i docenti, anche se dal ministero ci tengono a far sapere che i tagli ‹‹di fatto›› – cioè delle cattedre oggi esistenti – riguarderà solo 3.600 unità. Gli altri 22.000 saranno ottenuti ‹‹di diritto››, cioè facendo in modo che non ne vangano create ulteriormente.
Ci saranno, nello specifico, 8.700 maestri, 3.700 professori di scuola media e 13.750 di scuola superiore in meno in Italia. Ma come ottenere tutto ciò? Innanzi tutto innalzando il rapporto alunni/classi, cioè facendo in modo che le classi scolastiche siano più affollate di quanto non siano già adesso. Cosa che non colpirà molto l’opinione pubblica, in un Paese nel quale la stragrande maggioranza degli elettori ricorda la propria insicura e stracolma aula del secondo dopoguerra. Inoltre, si ridimensionerà la rete scolastica che, in soldoni, significa meno scuole. Infine, verranno riformati i cicli di studio e tagliato il monte ore di lezioni in molti licei, anche se ancora il ministero non ha reso noto quali, e l’introduzione del maestro unico che si estenderà per scorrimento, ovviamente, alle seconde classi.
I sindacati hanno dato parere contrario. La Uil parla di ‹‹un mix di tagli e gestione tutta burocratica [che] rischia di minare la qualità della scuola››. E aggiunge: ‹‹Si interviene con tagli lineari e, anziché operare per la riqualificazione della spesa, si insiste con una gestione tutta burocratica. Occorre, invece, fotografare la situazione reale e, su quella base, determinare il bisogno effettivo di organico››. La Gilda, il sindacato autonomo dei docenti, attende maggiori chiarimenti, che verranno forniti nei prossimi giorni, ma già in precedenza si era espressa duramente conto la riforma Gelmini, parlando addirittura di ‹‹caos››.
Pubblicato su www.cataniapolitica.it del 09 aprile 2010.
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