Caro Direttore, in una lettera pubblicata su Avvenire del 24 ottobre, il signor Carlisi di Udine, commentando i fatti inerenti ai diplomi falsi dispensati da alcuni istituti meridionali, si chiede, maliziosamente, se agli insegnanti che si prestavano a questo gioco verrà tolto il punteggio illecitamente acquisito, col quale poi «migliorare la propria posizione in graduatoria e chiedere anche l’inserimento nelle graduatorie del Nord». Non credo sia necessario avere le mani in pasta per sapere che chi agisce in tal modo, lo fa proprio perché non vuole fare la pur giusta gavetta, né reputo un segno di partigianeria campanilistica far notare che lo scempio dell’Italia di Dante e di Pirandello non è stata compiuta dai meridionali, ma da una classe dirigente che ha rapinato le nostre ricchezze a man bassa: l’ultima trovata, lo scudo fiscale, in barba ad ogni dottrina di giustizia sociale, laica o cattolica. Dal Sud arriva la disponibilità mia e della generazione cresciuta con l’esempio dei don Puglisi, dei Falcone e dei Borsellino a far dell’Italia un Paese più giusto.
Antonio Giovanni Pesce
1 commento:
l'onesta' e' ammettere che la causa dei mali del sud e' la sua gente.
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