Mi piace pubblicare uno scritto del 2001. Non ricordo altro, oltre quanto scritto o intuibile. Molte idee sono mutate. Tuttavia, la vena intimistica è genuina.
Ho camminato da solo. Sul muro della via una scritta: “ O sono io che sto diventando grande, o è il mondo che si rimpicciolisce”. Un endiade: è la solitudine.
Conoscevo molta gente, una volta: ora mi passano accanto veloci…. sono più veloci di me e Tonino. Egli ed io, pure, facevamo quella strada, e quando ancora la lancetta più piccola del grande quadrante non toccava le una, al panificio dei Quattro Canti c’era la ragazza che, cortese, ci dava una pizza per 1.500 lire: ora la ragazza ha occhi verdi, cortese come sempre, ma non ricordo più se è lei.
- Grazie… quella lì. Devo?
Sono uscito fuori. Per un istante, mi sono fermato davanti al cinema *******: nulla di nuovo, la solita celluloide furba americana impazza sulle locandine, la grande cloaca dei desideri si apre oltre il tendone rosso, e si richiude oltre la soglia madreperlata.
S*****, A****, T****** ed E**** andarono via con le altre, io non mi unii a loro…. Troppo innamorato per non andarci, quanto orgoglioso per farlo: ci incontrammo in biblioteca.
Ora la temo la solitudine, una volta giocavamo nella stessa squadra…. una visione, da quel cinema non uscì nessuno. Una visione.
Tonino non è con me: chi sa dove sia. Ed Alessandro è lontano, in Sardegna. Conosco il loro indirizzo, ma non lo ricordo. Tant’è: la dimenticanza non mi aiuta, non amo dimenticare, eppure lo faccio. La passione del presente supera il mio amore per il passato.
Ho molti rimpianti per il passato.
Un rimpianto è la giustificazione morale che l’uomo cerca, per tornare con la memoria a ciò che è stato, e trasformalo con la fantasia in ciò che è. La libertà è la fantasia: alla Storia pago il mio tributo con la necessità del fatto.
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