CONCILIO VATICANO II: UN DIBATTITO UTILE
Caro Direttore, ho gradito molto il dibattito sul Concilio Vaticano II, ospitato da Avvenire il 3 giugno 2009, e mi auguro sia solo l’inizio di un dialogo a più voci assai esteso. Avvenire può servire così la Chiesa: permettendo che i tanti, e a volte inopportuni dialoghi di sacrestia, divengano oggetto di riflessione comune. Certo, basterebbe leggere Scheffczyk o Baraùna, ma dal momento che ogni generazione di teologi ha bisogno del suo sfogo, è meglio che lo abbia 'intra muros', piuttosto che alimentare – su giornali che non chiedono altro che l’ennesima occasione per attaccare la retrograda Chiesa Cattolica – la solita infamia su una presunta paura del Concilio. Che poi non è più neppure originale come trovata. Così, potremo finalmente chiarire a chi confonde la teologia con la politica, e questa con le logore categorie di progressismo e conservatorismo, che il Santo Concilio Vaticano II è il ventunesimo concilio ecumenico. Né, dunque, il primo di una risorta Chiesa, né l’ultimo di una Chiesa ormai decadente, e il prossimo che verrà, se l’Iddio lo vorrà, sarà ancora indetto dallo Spirito Santo per mezzo del Vicario di Cristo, non già dalla richiesta di una intellighenzia dalle idee ormai datate.
Caro Direttore, ho gradito molto il dibattito sul Concilio Vaticano II, ospitato da Avvenire il 3 giugno 2009, e mi auguro sia solo l’inizio di un dialogo a più voci assai esteso. Avvenire può servire così la Chiesa: permettendo che i tanti, e a volte inopportuni dialoghi di sacrestia, divengano oggetto di riflessione comune. Certo, basterebbe leggere Scheffczyk o Baraùna, ma dal momento che ogni generazione di teologi ha bisogno del suo sfogo, è meglio che lo abbia 'intra muros', piuttosto che alimentare – su giornali che non chiedono altro che l’ennesima occasione per attaccare la retrograda Chiesa Cattolica – la solita infamia su una presunta paura del Concilio. Che poi non è più neppure originale come trovata. Così, potremo finalmente chiarire a chi confonde la teologia con la politica, e questa con le logore categorie di progressismo e conservatorismo, che il Santo Concilio Vaticano II è il ventunesimo concilio ecumenico. Né, dunque, il primo di una risorta Chiesa, né l’ultimo di una Chiesa ormai decadente, e il prossimo che verrà, se l’Iddio lo vorrà, sarà ancora indetto dallo Spirito Santo per mezzo del Vicario di Cristo, non già dalla richiesta di una intellighenzia dalle idee ormai datate.
Antonio Giovanni Pesce
Motta S. Anastasia (Ct)
Nessun commento:
Posta un commento