L’essenza del dramma è lo scontro tra due o più verità. Come la vita ci insegna, noi esperiamo il mondo, e attraverso l’esperienza del mondo anche un po’ noi stessi, tra il chiaro che intravvediamo e lo scuro che ci rimane celato. È come stare in alto, su in montagna, voler abbracciare con lo sguardo il mondo e, quando lo si sta facendo, scorgere lì in fondo quella scura linea che divide ciò che ci è permesso vedere da ciò che possiamo a stento immaginare. Anche il mondo è diviso in due verità dall’orizzonte.
Non possiamo sperimentare tutta la verità. Siamo sempre in un posto, rimane fuori il resto. Ecco perché vi è profonda differenza tra il relativismo e il pluralismo. Ecco perché il relativismo è il dogmatismo degli sconfitti, di chi ha preventivamente rinunciato alla verità perché temeva di doversi addossare tutto il peso della croce. Tranquilli: siamo solo cirenei, non il Crocifisso di Nazareth.
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