Carezze lontane, giunte dall'orizzonte,
ai piedi immersi nel solco di luce
che segna la strada fino a riva.
Il fuoco della vita scarpina
sui monti oltre il mare,
e in spiaggia della frenesia
rimane steppaglia appena consumata.
Aurora - tu ed io non dormimmo coperti
dal calore dei nostri corpi,
nè attendemmo insieme che le stelle
con noi alternassero la veglia ad Orfeo.
Tu chissà dove, ed io lì, nel silenzio
rotto appena dagli sbadigli del mattino,
ad aspirare i ricordi che mi morivano
di tra le dita, e la cui presenza
saliva alta a perdersi nell'area tersa
delle prime ore dell'alba.
Dio mio - che accade ora? Che tutto
è ormai fumo che si perde, come cenere
dispersa dalla brezza mattutina.
S. Alessio Siculo,
l'alba del 15 agosto a.D. 2007.
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