Lenta tra i colonnati del chiostro
s’insinua la voce che è già giorno.
Attendevano nel cuore le sentinelle
Il canto che intona la sua nenia alla notte.
Mi chiedi perché, Aurora,
io calmo gusto l’aria del mattino
e taccio pensoso.
I colombi del monastero non sanno,
e quindi vanno felici raccontando
il nuovo prodigio della luce.
Però io serbo di te memoria, Aurora,
e dei tuoi occhi bugiardi.
Verrà la sera, vedrai!
E tu ed io – niente più di che stupirci,
straremo a fissarci stanchi, vinti,
mentre le ultime colline abbracciano
la speranza che fresca fiorirà ancora domani.
Monastero dei Benedettini
l'alba del 9 novembre 2006.
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